Cultura
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di Giulio Iudicissa
Appena sveglia, di buon mattino, ci chiamò attorno al suo letto e, quando vide che c’eravamo tutti, con voce piana, ci disse che aveva sognato Santa Brigida: la santa, della quale era devota, le aveva annunciato che, in giornata, sarebbe venuta a prenderla; bisognava, perciò, preparare l'abito, la veletta, le scarpe e quanto occorreva per l'ultimo viaggio. A mezzogiorno, avrebbe gradito un po' di brodo ‘i palummielli. Si alzò, poi, e fece le sue cose come sempre: si lavò , si pettinò, infine, dopo aver preso qualche cucchiaio di brodo, ci salutò e si mise a letto col rosario nelle mani. Nel pomeriggio venne Santa Brigida e raccolse la sua anima bella. La mia bisnonna Teresa aveva quasi cento anni ed io facevo la terza elementare.
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Cari amici in questa giornata si festeggia la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo e si chiude l’anno liturgico. Poniamo nelle mani di Gesù quanto abbiamo vissuto nella Chiesa durante questo periodo.
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Il Vangelo di oggi: Gv 18,33b-37: In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
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di Giulio Iudicissa
Ho già detto da qualche parte che cittadine antiche e raccolte, amanti del lascito degli avi, nonché sorrette da amministrazioni illuminate, hanno capito in tempo il valore di ogni bene storico, assumendolo a bandiera e risorsa. Per molte comunità del meridione, pur se ricche di storia e tradizioni, ciò non è stato né sembra ci siano le condizioni per una significativa inversione. E, intanto, antichi manufatti, che potrebbero ancora approdare sui manuali di storia dell'arte, perdono, pian piano, voce e forma ed impietosamente muoiono.
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Da sei anni a questa parte il caro amico, Giovanni Scorzafave, docente in pensione e valente narratore e cantore della Corigliano che fu, ci regala ogni anno un prezioso scrigno di ricordi di un paese che la “modernità” ha relegato in un ingiustificato stato di oblio e di abbandono.
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Era il 26 Dicembre del 1969 quando giunsi alla stazione ferroviaria di Timisoara, capoluogo rumeno del BANATO, quella vasta regione che sta a cavallo tra la Romania e la Serbia.
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Il Vangelo di oggi: Mc 13,24-32: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
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Auguro una buona domenica a voi e a tutte le vostre famiglie. Vi formulo con piacere il pensiero sul Vangelo di oggi, spero possa essere per tutti voi una ventata di aria fresca dopo le fatiche della settimana:
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di Giulio Iudicissa
“Però, è bravo” è un modo di dire, che abbiamo pronto sulle labbra nelle più svariate circostanze. Non guasta e ci fa sembrare più comprensivi, più buoni. Ecco, allora, il genitore che dichiara un “però, è bravo” a proposito del figlio, anche se questi l’ha fatta grossa; ecco il docente, che lo dice dell'alunno, il quale, però, non ha studiato; ecco il sacerdote, che lo afferma del fedele, che pure ha commesso peccato; ecco, infine, tutti noi a pronunciarlo, ad assoluzione di quelli, che pure sappiamo non essere stinchi di santi. Un “però, è bravo” non si nega a nessuno e nessuno lo nega a noi in un gioco di farisaica complicità.
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Il Vangelo di oggi: Mc 12,38-44: In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
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di Giulio Iudicissa
Beato chi, al mattino, ha sentito la mamma ai fornelli e il papà che si avviava al quotidiano lavoro; beato chi al desco di mezzogiorno si è seduto tra la mamma che impiattava e il papà che raccontava le nuove del giorno; beato chi ha sonnecchiato al pomeriggio, mentre la mamma rigovernava e il papà sfogliava il suo giornale; beato chi con la mamma e il papà, al sabato, è andato per negozi e botteghe per gli abituali acquisti; beato chi con la mamma e il papà si è recato a far visita a parenti ed amici nella festa e nel lutto; beato chi ha appreso dalla mamma e dal papà il gesto generoso e l'atto pietoso; beato chi ha conosciuto negli occhi della mamma e del papà il sorriso della gioia e il pianto del dolore; beato chi, il più tardi possibile, ha accompagnato la mamma e il papà nell'ultimo viatico e ne ha consegnato l'anima alla divina misericordia; beato chi da allora chiama, invoca, prega, sogna, la sua mamma e il suo papà.
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