Il 21 Marzo, giorno di San Benedetto, per convenzione, torna la Primavera e tornano le rondini. Un detto italiano dice: «San Benedetto la rondine sotto il tetto» e anche a Vaccarizzo ritornavano le rondini riprendendo possesso del loro vecchio nido o costruendone di nuovi, a decine, sotto la grondaia dei tetti coperti da coppi (qaramidhe) e sotto la pensilina dei balconi.

Le vedevamo fare mille viaggi portando nel corto becco un filino di erba secca, una piuma o con un granello di fango che attaccavano uno all’altro, creando una struttura solida e duratura dalla caratteristica forma a coppa, lasciando l’apertura per entrare e uscire e dove si affacciavano i piccolini affamati, dopo la schiusa delle uova, per prendere il bocconcino portato loro da papà e mamma rondine. Al tramonto, prima del rientro nel loro caldo nido, foderato all’interno con le piume, le vedevamo schierate a centinaia sui fili aerei della corrente elettrica che attraversavano il paese come una ragnatela e, poi, tutte insieme, non so in seguito a quale segnale convenuto, si alzavano in volo volteggiando e garrendo liete sotto il cielo infuocato. In ogni epoca e in ogni Paese la rondine è stata scelta come protagonista di tante favole, poesie e racconti per bambini attribuendole varie simbologie. Noi bambini, a Vaccarizzo, affidavamo alla rondine il compito di portarci il dentino nuovo e, lanciando su un tetto di coppi il dentino da latte appena caduto, tra le lacrime, recitavamo la seguente filastrocca, in arbëreshë:

Dolonishe faq e kuq

u të jap nj dhæmbë të vieter ti më sill njæ të re

të bardhë si bora

Traduzione:

Rondine dalla faccia rossa io ti dò un dente vecchio tu me ne porti uno nuovo bianco come la neve

e forte come il ferro.

Questa leggenda è conosciuta in Albania per cui si deduce che sia stata portata dagli antichi profughi; essa parla della rondine dalla faccia rossa (in realtà è il tipo dalla gola rossa), forse presente nei tempi lontani sia in Albania che da queste parti, soppiantata in seguito, evidentemente, dalla rondine comune di colore bianco sul ventre e nero sul dorso; tutti i tipi di rondine, però, simili tra loro, appartengono alla stessa famiglia degli irundinidi.

Il Professor Rinaldo Longo mi ha raccontato che a Corigliano la mamma aiutava il bambino/a a nascondere il dentino appena caduto in una fessura tra il telaio, in cui si incastra l’anta della porta, e il muro e accompagnava l’azione con l’augurio: “Ti criscissa forte cume n’anta e porta” (il dente nuovo ti possa crescere forte come l’anta della porta).

Oggi, accanto alle fantasiose invenzioni della fatina che prende il dentino sotto il cuscino lasciandovi un regalino oppure a quella del topolino che vi lascia un soldino, si ricordano queste appartenenti alla nostra cultura?

Nota: Le rondini ripuliscono l’aria da zanzare e insetti in quanto ne catturano ogni giorno, per la nidiata, una grande quantità (circa 170g) pertanto sono insetticidi naturali e sono uccelli protetti dalla Legge n.157/92 e dall’articolo 635 del codice penale che ne vieta l'uccisione e la distruzione dei nidi. Pertanto rompere nidi di rondine, rondone e balestruccio è reato ed è, quindi, punibile.

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