In questa Quinta Domenica di Quaresima, il Vangelo ci porta davanti a Gesù e alla donna sorpresa in adulterio. Un incontro fatto di silenzio, misericordia e perdono.

Nel gesto di Gesù che si china sulla polvere, troviamo la tenerezza di Dio che non condanna, ma rialza. Il testo che vi condividiamo oggi ci aiuta a entrare in quel momento con profondità e gratitudine, ricordandoci che il perdono ricevuto ci rende capaci di perdonare.

Non ricordate più le cose passate,

non pensate più alle cose antiche!

Ecco, io faccio una cosa nuova:

proprio ora germoglia,

non ve ne accorgete?

(Gv 8, 1-11)

Io ero là. Sono la polvere che tu hai calpestato Signore, sfiorata dalle tue dita quando ti sei chinato nel tempio. Non erano degni di una tua risposta coloro che, con malizia, avevano trascinato quella donna verso la condanna. Le sue lacrime si impastarono con me e tu, chinato, silenziosamente le accarezzavi. E intorno quel silenzio sospeso nel quale si udivano soltanto loro, bestie ansimanti in attesa di lanciarsi sulla preda. Ma dal tuo eloquente silenzio ecco sgorgare tagliente come un cristallo la parola che fa nuove tutte le cose: leggerezza nell'anima, gratitudine nel cuore. Non più pietre pesanti e acuminate, ma ali leggere verso un futuro di vita. Questo fa il perdono, ci fa muovere e andare. E' contagioso, il perdono ricevuto; rende capaci di donarlo.

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