di Salvatore Martino
Erano stati in tanti a scendere in strada, a stendere tappeti, ad agitare palme, ad applaudire, ad accogliere e ad osannare Gesù chiamandolo Messia, gli stessi che, poi, votarono in coro per la sua crocefissione.
Uno scenario ipocrita, che continua ancora oggi, ogni qualvolta si preferisce una versione di cristianesimo light, edulcorato, e compatibile con i tempi orribili che viviamo. Eppure, Gesù era entrato in Gerusalemme non per farsi applaudire dalla folla, ma per compiere fino all’estremo la sua missione.