Di solito, mi faccio un sacrosanto dovere di non seguire le tante stucchevoli rievocazioni storiche che straboccano in certi canali TV ed esondando dagli alvei della vera Storia ricorrono, spesso, a spezzoni di film che uno spettatore distratto e ingenuo o un giovane meno sgamato scambia per documentazione di avvenimenti realmente accaduti.

La costante omissione di fatti storici reali, quelli sgraditi alla sinistra imperante nella cultura, nell’arte, nel teatro, nel cinema, nei premi letterari, già di per sé è una menzogna che, spudoratamente, per il solo fatto di esser taciuti, diventano vergognosamente un supporto di quel nefasto tentativo volto a educare le masse al mito della Resistenza che ci ha “liberato” dal nazifascismo, tacendo sui 350.000 soldati alleati, morti in Italia, che pagarono il più alto prezzo in vite umane per gratificarci della Liberazione. L’attentato di via Rasella in cui una bomba partigiana causò, in definitiva, la morte di 376 innocenti, viene spacciato come atto eroico al suono della grancassa della sinistra. Agli autori materiali di quell’attentato che provocò la scontata rappresaglia tedesca, ignobilmente fu riconosciuta l’assegnazione della medaglia d’oro. Pensate, quell’attentato compiuto da irregolari, senza divisa, senza contrassegni militari, che non portavano ben visibili le armi di ordinanza, per le vigenti convenzioni di Ginevra e dell’Aja, autorizzava l’occupante tedesco ad applicare la legge della rappresaglia. A consuntivo di quella scellerata azione partigiana che non contribuì, nel modo più assoluto, all’abbreviazione del conflitto, furono 376 gli innocenti immolati per colpa partigiana:

- 33 soldati tedeschi del battaglione altoatesino Bozen;

- 5 soldati tedeschi morti in seguito per le ferite riportate;

- 3 civili italiani, di cui un bambino tredicenne, lì per caso;

- 335 ostaggi italiani vittime della scontata legittima rappresaglia ben prevedibile dai partigiani.

Tirate le somme. Il risultato è sempre di 376 morti per consapevole responsabilità di un infame gruppetto di “eroi” delle radiose giornate che di radioso ebbero solamente il bagliore di quell’attentato. I fatti antichi vengono raccontati sempre in chiave antifascista, ad ogni piè sospinto, sia che si parli di arte, di scienza, di letteratura, e così siamo sottoposti ad un martellamento continuo di esaltazione di scrittori di sinistra, spesso mediocri, ma guai a parlare, che so, di un D’Annunzio, di un Guareschi, di un Giovanni Gentile, colui che insieme con Benedetto Croce, fu uno dei due più grandi filosofi italiani del 900, consapevoli che se lo facessero, sarebbero poi obbligati a rivelare che fu assassinato da un infame partigiano comunista il cui atto non fu in alcun modo favorevole alla fine della guerra che, senza di lui, continuò comunque, con le immancabili stragi. E spudoratamente l’Associazione Nazionale Partigiani si può gloriare di aver assassinato uno dei più grandi filosofi italiani autore del positivismo. E hai voglia di cambiare canale. Se non stai attento ti infilano in rievocazioni di misfatti fascisti senza, in alcun modo, rievocare quelli dei partigiani comunisti che, spesso, furono anche più truci. Basti ricordare la bambina tredicenne Giuseppina Ghersi, stuprata ripetutamente sotto gli occhi del padre e della madre, anche lei violentata. Rapata e percossa venne fatta sfilare in pubblico imbrattata di vernice rossa e infine uccisa, da un gruppo di “eroici” partigiani, a guerra già finita. E non leggerete mai sulla compiacente stampa di sinistra, nè assisterete a servizi televisivi, di quelle ausiliarie della RSI dileggiate, stuprate, penetrate e ripenetrate in vagina con la canna del mitra per il colpo … di grazia. Quando si parla di pacificazione nazionale la sinistra invita a dimenticare, ma solo le efferatezze partigiane. E tutto ciò che di buono ci fu nel fascismo? Dimenticare. Sugli innegabili elogi del primato di tutto ciò che fu italiano nella cultura del mondo, e di tutto ciò che donò alle caratteristiche italiane un primato unico? Nulla. Silenzio assoluto. LA GRANDE BELLEZZA che caratterizzò tutto quel periodo storico esaltante che ci tramanda il diritto di qualificarci legittimi detentori di una unicità che è delittuoso non preservare o, addirittura, non inquinare con altre culture primitive, va dimenticata come mai esistita. Invito sommessamente i lettori a rivolgere, con saggia scelta, l’attenzione a ciò che meglio caratterizza il sentirsi Italiani, evitando, possibilmente, di rimestare nello sterile stucchevole pastone del fascismo che, poi, se vogliamo essere onesti, anche quello fa parte della unicità della cultura Italiana, a giudicare onestamente dai successi in campo scientifico (premio Nobel a Enrico Fermi), letterario (premio Nobel a Luigi Pirandello) alle innovazioni in campo artistico col successo dell’arte futurista, e con la creazione dell’Architettura razionale o funzionale che ci ha lasciato quel capolavoro architettonico che è l’EUR, con la sua fatale scritta che ne attesta la grandiosità storica: UN POPOLO DI POETI DI ARTISTI DI EROI DI SANTI DI PENSATORI DI SCIENZIATI DI NAVIGATORI DI TRASMIGRATORI scritta di cui sono orgogliosamente fiero sperando che lo sia ogni italiano, almeno per farci distinguere da accoltellatori Islamici, scippatori e scippatrici ROM e, stupratori magrebini assetati di sesso represso. E consentitemi di maledire chi richiude le fattezze delle donne in quelle tende ambulanti che sono burqa e chador. E che Dio mi risparmi dall’assistere alla miseranda scena di donne orridamente imbracate in costumi simili a scafandri mentre fanno il bagno. Dicono: è la loro cultura. Ah, si ? Chiedetelo in segreto a quelle poverette. E non sottovalutate il reato di adulterio che, se é l’uomo a commetterlo viene condannato a pagare una modesta ammenda, se invece è commesso dalla donna la condanna a cui viene sottoposta è la … L A P I D A Z I O N E !

E gli omosessuali ? Sì, quelli che i regimi comunisti mandavano ad ibernare in Siberia, o ad essere eliminati da Che Guevara a Cuba, o ad essere sterminati da Pol Pot in Cambogia, o a morire di malaria sul Delta del Danubio nella ROMANIA di Ceausescu ? Beh, quelli, nei paesi islamici subiscono un trattamento più sbrigativo, vengono buttati dai terrazzi dei palazzi più alti, in nome di Allah. Alla larga da queste primitive culture di morte ! E, poi, lasciatemi mangiare carne di maiale che è una delle ghiottonerie dell’alimentazione occidentale, sin dai tempi di Omero e ancora più in là.

Ernesto SCURA

P.S.  In Italia il reato di adulterio fu vigente fino al 1969. La pena prevista era fino ad un massimo di cinque anni di reclusione e non era applicabile alla donna.

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