— Papà, mi prometti che non ti arrabbierai se ti dico una cosa?

— Dimmi, amore mio.

— No, prima devi promettermelo.

— Va bene, te lo prometto: non mi arrabbierò.

— Oggi ho pianto davanti a tutta la classe.

— E perché?

— Perché la maestra ha detto che non avevo fatto bene il compito… e mi sono venute le lacrime agli occhi.

— E pensi che dovrei arrabbiarmi per questo?

— I miei compagni dicono che piangere è da deboli, che solo i bambini fragili piangono.

— Ma tu eri convinto di aver fatto bene il compito?

— Sì, l’ho fatto con la mamma ieri. Pensavo fosse giusto.

— Allora ascoltami bene.

Ci sono due cose importantissime che voglio dirti, e devi promettermi che non le dimenticherai mai.

— Te lo prometto, papà.

— Primo: sono fiero di te.

Sapere che sai piangere è una cosa bellissima. Le lacrime non sono un segno di debolezza, ma di forza, di sensibilità. Piangere non è affatto una cosa stupida.

Chi piange sente. Chi piange è vivo. Non sei un burattino senza cuore: sei un bambino che prova emozioni vere.

E fidati, anche i tuoi amici hanno pianto, anche se fanno finta di essere forti.

Quindi piangi ogni volta che ne senti il bisogno. Non vergognarti mai delle tue lacrime: fanno parte di te.

Spesso sono proprio le lacrime a guarire quel dolore che sentiamo dentro, lì, nel cuore.

— E la seconda cosa?

— Che sbagliare è normalissimo. Tutti sbagliano, anche la mamma e io.

Anzi, è proprio dagli errori che si impara. Non si cresce facendo tutto sempre giusto, ma cadendo e rialzandosi.

Non avere paura di sbagliare: sbaglia con libertà, con coraggio.

Non mi arrabbierò perché tu e la mamma avete fatto un errore nel compito.

E non mi arrabbierò perché hai pianto. Al contrario: sono felice!

Felice di avere un figlio che sa sentire, che sa commuoversi, che ha il coraggio di essere umano.

Amo i bambini che crescono e diventano adulti senza perdere la capacità di piangere.

Che sanno che sbagliare è un diritto, non una vergogna.

Sbagliare è umano, piangere è da coraggiosi.

Perciò… alza la testa, piccolo mio, e affronta la vita così com’è.

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