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di Giovanni Scorzafave
Così, caro Salvatore, ti voglio ricordare. ...Era la fine del febbraio del 1961 quando Salvatore, all’improvviso, si ritrovava solo nella bottega di via San Michele a cucire qualche abito e a vendere qualche scampolo di tessuti.
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di Francesco Caputo
Nella Celebrazione Eucaristica della Santa Famiglia, i Giovani della Sportiva Immacolata, hanno ricordato la figura di don Flaminio, primo parroco della Comunità, che per oltre 50 anni ha rappresentato un punto fermo per Corigliano e per l’intero territorio.
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E’ dai giorni che hanno preceduto la festività del Santo Natale che il mare è un vero spettacolo, è tutto azzurro con acque cristalline in una esplosione di colori. E’ un vero incanto! Il mare d’inverno spesso è anche calmo, tranquillo ma a volte è anche imprevedibile, spaventa con tempeste improvvise e diventa un luogo di dolore e di lacrime versate.
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Nello scorrere tranquillo delle festività di fine anno, si sta consumando un fatto grave, che al momento non sembra preoccupare più di tanto, ma le cui implicazioni potrebbero essere devastanti per il Territorio, e in particolare per la città di Corigliano-Rossano.
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Il mare incanta per i colori, i sapori e il senso di comunità della gente del Borgo marinaro, anche se l’emergenza in atto dello “sfratto dalla spiaggia” complica il cammino della nostra gente. Tuttavia, in questi giorni che precedono, forse, la festività più importante dell’anno secondo la tradizione cristiana, diventa prioritario essere impegnati a come organizzare la tavola natalizia.
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di Cristian Fiorentino
Ricco programma natalizio per la parrocchia “San Giovanni XXIII”. Mentre procede la novena di Natale, domenica 22 in occasione della Santa Messa delle ore 11 saranno benedetti tutti i bambinelli che porteranno per l’occasione i fedeli.
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Gesù, nel vangelo di Matteo (11,28-30), afferma:
“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. La mitezza e l’umiltà, come la povertà, sono una disposizione interiore che, se è autentica, trasforma il comportamento personale e la vita sociale. Si tratta della rinuncia ad ogni diritto, quando esso riguarda soltanto se stessi. È un atteggiamento del cuore che ama, e che ama veramente, poiché l’amore non ha diritti, e se ne ha vi rinuncia. Il mite e l’umile di cuore non si agita e sà essere capace di una pazienza inalterabile. In lui non c’è durezza, non c’è violenza. Mitezza e umilità sono atteggiamenti del cuore e non della volontà,
possibili solo attraverso percorsi educativi vissuti alla scuola di Gesù, il vero mite e umile di cuore. Egli viene al mondo per comunicarci la sua vita di Figlio del Padre, infatti è nel riappropriarci della nostra figliolanza divina che troviamo la salvezza. Nello Spirito, che la vita di grazia ci dona, i nostri cuori vengono condotti ad abbracciare il dolce giogo, quel vincolo che è la libertà dei figli di Dio: libertà di scoprirsi amati e capaci di ri-amare a nostra volta. La dolcezza della mitezza e la pazienza dell’umiltà sanno nutrire i tempi della conversione, conducendo a quell’intimità con Dio che scardina l’orgoglio e le sue reazioni violente di fronte a chi scalfisce i nostri interessi o cerca di sottrarci ciò che ci appartiene.
Mitezza e Umiltà: coordinate per costruire un mondo nuovo
Il mite e umile di cuore, conformato a Cristo, diviene l’uomo delle beatitudini: l’uomo nuovo che eredita la terra. Rinnovato dall’Amore, l’uomo riscopre il suo essere figlio a immagine e somiglianza del Padre. Un figlio che eredita la terra sapendola governare con la sua amabilità e rendendola anticipazione del paradiso. Il riferimento è alla relazione nuova che nasce col prossimo.
Il mite e l’umile sanno costruire relazioni nuove, cariche di misericordia, capaci di riconciliazione, libere da quell’aggressività che, sin dalle origini, ha sempre contraddistinto il cammino dell’uomo. Vivere la mitezza e vivere l’umiltà non è questione di passività o debolezza, bensì è forza che sposa una tenerezza risoluta, per dirimere e affrontare ogni cosa. Sull’esempio di Gesù, siamo chiamati anche noi a vivere nella semplicità, senza tortuosità interiori, abbandonando ogni durezza del cuore, ogni malizia. Siamo chiamati a non lasciarci fuorviare dall’arroganza umana, facendo divenire la vita una primavera per l’umanità. Dalla mangiatoia di Betlemme all’oltraggio della Croce, concludendo con le stimmate della Risurrezione, mitezza e umiltà si attestano come il cantus firmus della luminosa testimonianza di vita di Gesù, che a noi si rivela sempre in questa veste.
Attenzione al bue e all’asinello
Non manchi, dunque, l’attenzione a porre nei presepi il bue e l’asinello, per non perdere l’occasione di riflettere su quanto viviamo. Nulla è trascurato dallo sguardo con cui Dio guarda alla storia, alla mia, alla tua. Ciò che sembra ininfluente diviene centrale e significativo.
Il Natale segni per tutti un momento di autentica rinascita, in cui riscoprire il valore della vita semplice, sobria, fatta di cose belle, cristalline.
Umiltà e mitezza tornino ad essere valori coltivati e virtù praticate per adornare questo mondo troppo imbruttito dalla nostra arroganza ignorante.
Il Signore benedica tutti voi, in particolare ammalati e sofferenti, nel corpo e nello spirito, quanti sono stati feriti nella dignità, e coloro che calpestati dall’ingiustizia e dalla violenza attendono risposte ricche di speranza.
A tutti giunga la mia benedizione e l’augurio paterno per questo Santo Natale.
+ don Giuseppe vostro Arcivescovo
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di Francesco Caputo
Oggi domenica 22 dicembre, durante la Celebrazione della S. Messa delle ore 11.00, saranno benedette le statue di Gesù Bambino che verranno poste, dai fedeli, nei presepi delle proprie case. Giorno 24 alle ore 23,30 l’Ufficio delle letture, il canto della Kalenda e la Santa Messa della notte di Natale. 25 dicembre, Natale del Signore, Celebrazioni alle ore 08,30 – 11.00 – 18.00. Per sabato 28 è prevista l’iniziativa “in ricordo di Don Flaminio, che sarà comunicata, attraverso locandina, nei prossimi giorni.
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Ancora una volta l’Azienda Ecoross è costretta a dover intervenire a chiarimento di alcune prese di posizione, reiterate, sulla base di teoremi imbastiti sul nulla, privi di fondamento e riscontri.
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Fa male il sindaco Flavio Stasi a non replicare al mio ultimo articolo in cui si trattava della variante Ecoross da un milione e mezzo di euro che porta in calce la firma del dirigente Francesco Amica.
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Donare il sangue significa donare se stessi, ciò che di più prezioso abbiamo. Il sangue è ciò che siamo. Senza di esso, senza il suo scorrere nelle vene è impossibile parlare di vita. Dai te stesso per dare una speranza di vita e salute al tuo prossimo. Diventa anche tu un donatore.
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