di Giacinto De Pasquale

Lo scorso giovedì ci ha lasciato Rosa Clorinda Algieri, 84 anni, originaria di Acri ma che da oltre 60 anni è vissuta a Corigliano Scalo.

Oggi rendo omaggio a questa donna, moglie, madre ma soprattutto personaggio molto attivo nel campo del commercio coriglianese, insieme a quel Tonino Capalbo personaggio unico, eclettico e amante dei rapporti umani. Rosa era più conosciuta come “Rosinella”. Ebbene Rosinella e suo marito Tonino, scomparso alcuni anni fa, sono due personaggi che hanno costellato, in senso positivo, la mia giovinezza. La mia famiglia era molto legata a questa coppia di commercianti che era uno dei punti di riferimento della Stazione. Il “salone” di mastro Tonino e il negozio di abbigliamento di via Nazionale, dove Rosinella, era la regina incontrastata, erano luoghi che andavano aldilà di posti dove svolgere attività commerciale, erano, invece, autentiche “agorà” dove la gente si recava per scambiare quattro chiacchiere, ma anche per chiedere consigli, ed i coniugi Capalbo erano molto prodighi nel farlo. Di Rosinella mi ha sempre colpito la sua affabilità nell’accogliere la gente, la sua disponibilità nell’accontentare chi andava da lei per acquistare un capo di abbigliamento (davvero molto ricercati all’epoca), ma soprattutto non ha mai rinnegato le proprie radici acresi. Tonino e Rosinella erano una coppia perfetta, particolarmente affiatata, ed andavano d’accordo (con tutti i problemi esistenti in una coppia dell’epoca) perché fondamentalmente avevano caratteri completamente diversi. Oggi ho voluto ricordare Rosinella perché con lei va via, non solo un ulteriore pezzo dei miei ricordi giovanili, ma va via un altro simbolo della storia dello Scalo di Corigliano, quella parte del territorio coriglianese  che quando Rosinella vi arrivò nel 1958 dopo il matrimonio con Tonino, gi abitanti erano meno di mille. Vorrei chiudere questo breve ricordo con le parole scritte da suo nipote, Pasquale Gallo, sulla sua pagina facebook. “Rosinella. Così era conosciuta da tutti mia nonna, tornata alla casa del Padre poche ore fa. Una persona forte, autentica, intelligente, autonoma, libera e ricca di molte altre qualità per lo più insolite nelle donne della sua generazione. Tanto per la famiglia, quanto nel suo storico negozio di abbigliamento e tra i numerosi amici, mia nonna ha rappresentato un punto di riferimento e ha testimoniato l’importanza della parola, del dialogo, della comunicazione per la risoluzione dei problemi. “Le cose si devono dire”, “dovete parlare”, era solita ricordare a chi si confidava con lei per un qualsiasi motivo. Molti hanno apprezzato di lei l’arte della tenacia e la resistenza di fronte agli eventi della vita. Ingiusta, direbbe qualcuno, la sua vita perché attraversata dal dolore e dalla responsabilità smodata verso cose e persone. Eppure, il suo coraggio e la sua determinazione non l’hanno fatta mai piegare o arrendere; piuttosto ha sempre combattuto insegnando e imparando che “avere la testa forte” è la chiave di volta per fronteggiare ogni situazione. A un certo punto, proprio la sua mente lucida e analitica ha smesso di funzionare come avrebbe dovuto. La scienza definisce neurodegenerativi questi processi ed è strano pensare che proprio lei sia stata colpita nelle facoltà che l’hanno sempre contraddistinta: il ragionamento, l’autonomia, il linguaggio. Fino a spegnersi del tutto, lentamente. Impossibile immaginarla inerme davanti alla malattia e al deterioramento delle funzioni vitali. Eppure è successo. Manca già da molto tempo la sua presenza costante e saggia, non è stato sempre facile accettare le condizioni che la malattia ha determinato. Oggi termina la sua vita terrena e si aprono per lei le porte dell’eternità. L’accolgano gli angeli, chi l’ha preceduta e il Signore della vita che lei ha servito nella quotidianità delle sue azioni e delle sue opere. Ciao nonnina mia.”

 

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