Comunicato stampa
Il Si ha vinto, ma non mi ha convinto. Non era scontato, per me, che Corigliano, perdesse, la propria identità. Ma la fragilità di una comunità si vede dall' espressione del voto, il quale ha determinato, lo spirare di una Città, Corigliano Calabro.
Ha vinto non chi aveva idee o programmi, ma chi aveva i voti conservati nei propri cassetti. Non ha vinto la democrazia ma chi si è appropriato di qualcosa che aveva perso. Rossano era sull’ orlo del baratro e con il referendum ha acquistato Corigliano, anche a poco prezzo e senza alcuna battaglia. Se fossi stato nei Comitato del Si di Corigliano, alla fine dello spoglio elettorale, avrei pianto e non festeggiato. I dati elettori sono veementi e l’ analisi del voto, va esercitata. Rossano Voti per il Si circa 13 mila, Corigliano voti circa 8 mila. Rossano la fusione, l’ ha determinata, scandita. Corigliano si è arresa con i suoi circa 5 mila voti per il No. Corigliano è il Comune che si arrende e con facilità, si lascia abbagliare dal nulla politico. Infatti, all’ interno del processo di fusione, non vi era e non vi è nulla, aria fritta. Oggi, all’ interno della fusione, qualcosa vi è, Rossano, annette Corigliano. La popolazione di Rossano, sorride appropriandosi di qualcosa che non gli appartiene. Corigliano, è la fine di una storia politica, portata avanti in questi decenni, da politici improvvisati. Le vecchie generazioni politiche, questa fusione la devono sentire sulle proprie teste. Non hanno creato il ricambio politico che potesse continuare quello che loro non hanno mai fatto, governare. Ai Comitati del Si di Corigliano, auguro un felice lavoro, ma sarà difficile colmare i 5 voti di differenza esistenti tra le due comunità. Il dominio di Rossano, su Corigliano, è determinato dai 5 mila voti, sopra indicati. Naturalmente sul Si, espresso dalle due comunità. Al Sig. Sindaco, On. le Geraci, va il mio grazie, lei ci ha creduto sino alla fine, ed è stato sconfitto dalla sua maggioranza che era cosa diversa dai numeri dell’ attuale consiglio. Lei è stato abbandonato al suo destino. Ai Consiglieri comunali, i quali si sono determinati, sin dall’ inizio, per il No all’ atto di impulso, alla fusione, va la mia stima personale e dei cinquemila Coriglianesi circa che vi hanno sostenuti, in questa percorso politico. Sul Consiglio Regionale calabrese, sposto la mia attenzione, invitando lo stesso a verificare se vi sono i presupposti per determinare la fusione dei Comuni di Rossano – Corigliano, non quelli determinati dalla legge regionale, ma quelli imposti, dall’ art. 133 Costituzione, comma secondo. In particolare alla dizione “ sentite le popolazioni “. Voglio ricordare all’ organo legislativo regionale che soltanto il circa 35% della popolazione, ha preso parte alla consultazione elettorale. La popolazione rossanese ha ottenuto maggiori consensi, in termini di partecipazione dei cittadini, con maggiore propensione verso Il Si referendario. Di contro, i cittadini Coriglianesi, hanno contribuito, in minore percentuale nel recarsi alle urne, determinando una spiccata variabilità del consenso alla fusione dei comuni limitrofi. I pochi vincono, sui molti, e questi ultimi, in ipotesi di voto, avrebbero determinato un quadro elettorale – politico, diverso. Insomma circa venticinquemila elettori, dei quali una parte consistente ubicata sul territorio di Corigliano, la quale si è dissociata dal voto del Si, pronunciandosi in modo differente, potranno determinare le sorti di una comunità di circa ottantamila abitanti. Ricordo a me stesso, che l’ organo regionale, in ipotesi di fusione dei comuni, ne modifica altresì anche le circoscrizioni. Inoltre, sottolineo che alla fusione dei comuni di Rossano e di Corigliano, non si applica la legge Del Rio, la quale in questo momento politico, istituzionale, risulta essere in deroga, pertanto le regole attuali sono disciplinate e contemplate, in via principale, dall’ art. 133, comma secondo Costituzione ed in via secondaria, dalla legge regionale attualmente in vigore. Concludo, invitando L’ On.le Geraci, nella sua qualità di Sindaco, ad indire un ultimo consiglio comunale, al fine di potere fare esprimere, i consiglieri comunali, in merito alla consultazione referendaria ed a trarre le proprie dovute conclusioni, previa analisi del voto, prima dell’ imminente scioglimento, da parte della Regione Calabria. Grazie.
Gianni Santelli (avvocato)