di Francesco Campise*

L'adolescenza è quel periodo della vita in cui le certezze vacillano e, al contempo, ogni aspetto assume un'importanza considerevole. È un percorso che inizia indicativamente tra i 12 e i 14 anni e si conclude intorno ai 18, ma non è solo una questione di età: è un cambiamento, una trasformazione profonda.

La crescita è ineluttabile. Il corpo si evolve inaspettatamente: si guadagna statura, la voce muta timbro, il volto acquisisce nuove fattezze. Ci si osserva allo specchio e, talvolta, si fatica a riconoscersi. Alcuni si adattano facilmente a questa nuova condizione, altri necessitano di più tempo. E poi ci sono gli ormoni, che agiscono silenziosamente, ma con effetti tangibili: maggiore intensità emotiva, più vigore, più smarrimento. Ma la trasformazione più rilevante non è quella fisica, è quella interiore. Si realizza che non si è più bambini, ma nemmeno adulti. Si comincia a interrogarsi sulla propria identità, sui propri desideri, sui valori fondamentali. A volte, si avverte l'esigenza di ribellarsi alle regole degli adulti, altre volte si cerca disperatamente qualcuno che comprenda. Le relazioni amicali diventano cruciali, perché con gli amici ci si sente accolti. Spesso sono loro la vera famiglia, coloro con cui si condividono timori, aspirazioni e segreti. Poi arrivano le prime esperienze: il primo innamoramento, le prime responsabilità, le prime decisioni che sembrano plasmare il futuro. L'adolescenza è complessa, costellata di alti e bassi, di giorni in cui ci si sente invincibili e altri in cui tutto sembra precipitare. È un'epoca di evoluzione, di scoperte, di errori, ma anche di momenti memorabili. E per quanto possa sembrare ardua, un giorno si volterà indietro e si comprenderà che proprio in quegli anni si è iniziato a forgiare la persona che si è destinati a diventare.

*studente

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