di Giulio Iudicissa
Anche in questo sono stato fortunato: ho trascorso alcune estati in montagna con il lume a petrolio e, poi, quello a gas. Con piccoli accorgimenti, di sera, la casa risultava rischiarata insieme allo slargo antistante, cosicché della luce elettrica non sentivo la mancanza. Furono lunghe quelle estati: prendevano anche un po' dell'autunno. Così, dalla maglietta corta passavo al golfino, all'ombrello, al focolare acceso. Quando, poi, l'odore della terra arsa lasciava il posto al profumo della prima pioggia, la casa si riempiva di amici: era giunto il tempo delle castagne e dei funghi. … Oh! Lo sento da lontano, al cancello, mio padre che rientra. È bello mio padre e ancora più bella mia madre che lo aspetta.