Questi ultimi giorni ci hanno lasciati un po' sospesi tra la gioia e il dolore. Stavamo ancora festeggiando la Resurrezione di Gesù, quando abbiamo ricevuto una notizia che ci ha rattristati profondamente.
Papa Francesco è stato per tutti una guida, un'anima pronta a tendere la mano ai nostri fratelli e sorelle più fragili. Ma, in mezzo a tanto dolore, ci resta la certezza che continuerà ad accompagnarci dal cielo. Prima di lasciarvi con le parole del Vangelo di questa domenica, vorrei chiedervi di fermarvi un attimo e fare spazio proprio a questo pensiero: chi ha conosciuto l'amore eterno di Dio non ci lascia mai, ma continua a guidarci anche nei nostri momenti più bui.
Tommaso,
uno dei dodici,
chiamato Didimo
(Gv 20, 24-31)
Io sono Tommaso, ero assente quel giorno quando tu sei apparso; non ho creduto ai fratelli: sai voglio sempre vedere e toccare! Ho sempre bisogno di prove e di segni per credere. Come poter credere al tuo amore incondizionato e incomprensibile, un amore più forte della morte, capace di vincere il peccato, l’odio, la divisione? Per me tutto è finito quel venerdì, quando ti sei consegnato e ti hanno crocifisso. Ora, guardando i segni dei chiodi ho compreso: lì ho visto le mie ferite e quelle del mondo! Ti ho incontrato di nuovo, proprio credendo che quelle ferite siano feritoie di salvezza per tutti. Mani bucate che non hanno trattenuto nulla e nessuno, corpo crocifisso e risorto per la moltitudine: Mio Signore e mio Dio, ti amo!