Il Signore vi dia pace. Oggi il nostro cuore è attraversato da una profonda emozione. Papa Francesco ha concluso il suo cammino terreno e noi frati lo affidiamo alla misericordia del Padre con gratitudine e amore.

È stato il primo Papa a scegliere il nome del nostro Serafico Padre. Ma non è stata solo una scelta simbolica: è stato un vero programma di vita.  Fin dall’inizio, con il suo stile diretto, semplice, profondo, Papa Francesco ci ha ricordato cosa significa vivere il Vangelo sine glossa, come diceva San Francesco: senza aggiunte, senza fronzoli, con tutto il cuore. Condivido con voi alcune parole scritte dal nostro Ministro Generale, fra Massimo Fusarelli, che così lo ricorda: «Quella scelta di nome, fatta la sera stessa della sua elezione, ha rivelato sin dall’inizio l’orientamento del suo pontificato: un ritorno sempre nuovo alla semplicità evangelica, alla Chiesa vicina ai poveri, al primato della misericordia e dell’incontro con ogni persona umana. […] Un nome profetico che divenne programma.» E ancora: «Anche per questo gli siamo grati: per averci insegnato come si va incontro a “Sorella Morte”, con pazienza, nella tribolazione, lodando in tutto l’Altissimo e buon Signore.» Papa Francesco è stato davvero un fratello tra i fratelli, un pastore che ha camminato con il popolo. Quante volte, nei suoi gesti semplici e coraggiosi, abbiamo visto l’anima di Francesco d’Assisi! Il suo inchinarsi davanti ai poveri, il suo parlare chiaro, il suo camminare con passo leggero tra la gente, la sua scelta di abitare a Santa Marta, il suo sguardo limpido che cercava il volto di Dio in ogni essere umano. Papa Francesco ci lascia un’eredità viva: un Vangelo che si fa gesto, parola, carne. Una Chiesa che non si chiude, ma si apre. Che si sporca le mani e che ama con cuore di madre. E ora che è tornato alla casa del Padre, ci sentiamo un po’ più soli, ma anche più responsabili: tocca a noi, ora, portare avanti il sogno evangelico che lui ha incarnato con così tanto amore. Uniti nella preghiera e nella speranza che non muore mai.

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