di Giulio Iudicissa

Quando ci lascia una persona cara, veramente cara, con la quale abbiamo condiviso una vita di rose e di spine, di speranze e fatiche, di salti e cadute, sentiamo come un vuoto, più che un vuoto, che toglie respiro e parola. Passerà, assicurano i dotti e consigliano di impegnare il corpo nel lavoro e di distrarre la mente in ameni pensieri: presto, di quel vuoto resterà meno che un fievole ricordo. A te che mi leggi io dico così: cestina il consiglio e custodisci quel vuoto; fai sì che ti resti dentro, che ti parli di giorno e ti svegli di notte, che ti ammonisca e ti consoli, che t’incateni a quella persona che non vedi e non senti, ma che pure ti vede e ti sente e continua a volerti bene.

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