di Cristian Fiorentino

Ha fatto tappa anche sul suolo coriglianese il tour del noto giornalista, autore e conduttore televisivo Sigfrido Ranucci, per illustrare il suo gettonatissimo libro dal titolo “La Scelta”.

Nella mattinata di sabato 12 ottobre, infatti, S. Ranucci ha incontrato studenti e docenti del liceo classico “Giovanni Colosimo”, inaugurando la prima di diverse iniziative che, da qui al prossimo periodo, vedrà alunne e alunni confrontarsi con personaggi del mondo politico, della giustizia, dell’editoria, dell’imprenditoria a carattere nazionale. Il primo appuntamento, tuttavia, si è svolto nell'aula magna liceale di Corigliano, nel centro storico, dove le e i liceali delle quinte classi hanno partecipato ad un momento più che formativo. Espletati i saluti istituzionali del vicesindaco e assessore alla cultura, Giovanni Pistoia, si è aperto il dialogo, coordinato dall’esperta docente Anna Di Vico, con il famoso giornalista e conduttore del programma “Report” di Rai 3. Promosso il suo ultimo libro "La Scelta", edito Bompiani e vincitore della XIII edizione del premio “Caccuri”.

Lo scrittore ha ripercorso le sue inchieste più importanti e al contempo complesse e scomode. Tanti gli argomenti di valutazioni e gli interventi di studentesse e studenti anche sull'interesse e sull’esigenza della libera informazione contrapposta all’ardua posizione di chi, come lo stesso S. Ranucci, ogni giorno è chiamato a dichiarare realtà ardue specie per i poteri forti. Incontro considerato un’ampia lezione di educazione civica, dove protagonista è stata la testimonianza di chi vive quotidianamente sulla sua pelle la costituzione e i diritti umani con tanta passione e coraggio anteponendo il bene collettivo agli interessi personali. Rilevante il messaggio indirizzato ai giovani invitati ad abolire l’indifferenza e di avere la capacità di distinguere l’informazione fondata sulle fake news. Commentato anche come sia facile taroccare una notizia. Da qui la necessità di essere scrupolosi nel documentarsi e le difficoltà per un giornalista di fare il proprio mestiere in questo periodo storico.

L’abbondanza di notizie, si è evinto, non deve essere confusa con i sistemi attraverso i social media pilotati da algoritmi dai poteri forti che vogliono che passino solo alcune notizie piuttosto che altre. Impatto forte e coinvolgente quello che S. Ranucci ha avuto su ragazze/i che hanno ascoltato e apprezzato le disamine della sua scelta ardita e di cui ne va orgoglioso. Lo stesso autore ha spiegato la propria scelta di vita indicando la metafora “dei pastori maremmani che indicano la strada alla mandria” come scelta da prendere ad esempio in ambito di coscienza e di metodo educativo attraverso coerenza, onestà e legalità. La carrellata delle sue più famose e scomode inchieste ha toccato quelle sull’uranio impoverito e le morti sospette nei Balcani di soldati e civili, il crac parmalat e la pinacoteca di Tanzi. E ancora quella più a carattere internazionale della suddetta strage di Falluja con la denuncia dell’uso di armi al fosforo bianco sui civili e una parte di soldati (armi chimiche e tossiche vietate dalla convenzione di Ginevra) degli Usa in Iraq, tutta documentata con fonti e registrazioni. Inchiesta che ha interessato Pentagono e Cia che prima hanno tentato di smentire ma nulla hanno potuto contro un’inchiesta ben documentata e che in seguito non hanno potuto fare altro che riconoscere la verità e l’evidenza dei fatti. Materiale della stessa indagine scaricato e tradotto in tante lingue nel mondo, ai tempi di Rainews 24 dove S. Ranucci lavorava, divenendo uno scoop internazionale. Tra le altre, le ricerche sui rapporti controversi e complessi tra Bush e altri esponenti della Casa Bianca e vertici di Arabia Saudita, Qatar, Isis, tutte in affari tra loro, nell’intricata vicenda delle Torre Gemelli a vent’anni dall’attentato senza sapere con certezza chi siano i colpevoli. Tutto corredato da fonti spiegate anche sul come sono state reperite. Il caso di Flavio Tosi sindaco di Verona accusato di essere ricattabile dalla ‘Ndrangheta e la querela, per dossieraggio ai suoi danni, dello stesso primo cittadino veronese dove S. Ranucci anche qui riesce a smentire e a difendersi. Il capitolo Covid, la sua presenza a Codogno in zona rossa, i vaccini, gli accordi grossolani e le speculazioni tra governi e tutte le omissioni dell’Oms. Il vaccino Astrazeneca che secondo i virologi non doveva essere somministrato ai giovani ma solo agli ultrasessantenni e le morti sospette. Tutte inchieste riportate nel libro “La Scelta” che sintetizzano una scelta di vita ossia quella di testimoniare e di raccontare verità scomode che toccano i vertici del sistema, poteri forti, banche, aziende, politici, governi e non solo quello italiano. Scelta che condiziona la privazione della libertà personale vivendo tra tantissime rinunce e sotto scorta dopo intimidazioni e alcuni attentati ricevuti. L’appello dichiarato è quello di non mollare e di tenere duro per un dovere morale che dovrebbe caratterizzare ogni uomo. Quello di S. Ranucci vuole essere un giornalismo impegnato, di inchiesta che denuncia torti e malaffare e che non si tira indietro. Denunce contro la mafia che, oltretutto, gli sono valse dei riconoscimenti soprattutto sulla trattativa Stato Mafia e il ritrovamento dell’ultima intervista di Paolo Borsellino. rilasciata poco prima che morisse Falcone, dove il magistrato faceva riferimento a nomi eccellenti come Dell’Utri, Mangano e Berlusconi. Illegalità che Ranucci ha denunciato anche in Calabria e di famiglie colluse al nord con politici di vari partiti. Seguendo la notizia attraverso le varie competenze, anche rigorose, S. Ranucci punta sempre al cuore del problema denunciando misfatti seguendo la scia che conduce alla verità. Il mezzo della conoscenza bandisce tutte le scorciatoie in nome della autenticità e sotto il segno del coraggio e della resilienza per un’informazione libera, capace di dribblare la censura. Quesiti posti sulla libertà di stampa, il suo ruolo alla Rai, la posizione scomoda viste anche le sponsorizzazioni all’interno del servizio pubblico di alcuni marchi finiti sotto la lente delle sue inchieste. Il tutto essendo sempre sotto rischio licenziamento ma con il chiaro intento imperterrito di guardare verso la metà con la consapevolezza che la gente capisca fino in fondo la sua missione. Frattanto, sono arrivati anche i complimenti, a mezzo social, di S. Ranucci all’istituto liceale coriglianese per gli interventi e la gestione delle domande dei ragazzi durante l’incontro. Grande soddisfazione hanno espresso il dirigente scolastico, prof. Edoardo Giovanni De Simone, e tutta la comunità scolastica per questa nobile testimonianza. Ringraziate anche tutte le Forze dell'Ordine per la preziosa partecipazione. Nel tardo pomeriggio della stessa giornata, l’incontro si è ripetuto presso l'oratorio Salesiano “Padre Albino Campilongo", allo scalo coriglianese, grazie all’interesse del punto Mondadori dei Benvenuto e coordinato dal giornalista Matteo Lauria. Anche in questa occasione sviscerati tanti stimolanti temi delle sue inchieste alla presenza di un’ottima cornice di interessati e coinvolti spettatori.   

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