La delusione per una seduta del Consiglio dei ministri che «non ha prodotto alcun risultato e solo qualche selfie» e la sollecitazione al governatore Mario Oliverio e alla sua Giunta a «un colpo di reni finale su tre-quattro punti o è meglio staccare la spinta e portare i cittadini a votare».

Su queste linee si sofferma il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, che, in un colloquio con l’Agi, fa il punto sui temi di attualità politica, economica e sociale nella regione, a partire dalla riunione del Cdm a Reggio Calabria. Una riunione che – esordisce Sposato – «ha deluso le aspettative intanto perché non ha parlato di Mezzogiorno, di investimenti, di come recuperare il gap con il resto del paese. E’ stata un’occasione persa, perché davvero si potevano riproporre i temi del rilancio del Mezzogiorno e della Calabria in modo diverso e invece si è tradotta in una parata molto strumentale, che non ha portato alcun  contributo risolutivo per i problemi della Calabria. L’unico risultato – sostiene il segretario generale della Cgil Calabria – è stato quello di togliere il potete di nomina dei direttori generali della sanità in capo al presidente della regione, ma questo lo si poteva fare anche a Roma, non c’era bisogno di una parata in Calabria. Invece, mi sembra che sulla sanità non c’è alcuna proiezione, perché oil decreto del governo non dice nulla su come affrontare i problemi dell’emergenza urgenza, della rete ospedaliera, della medicina territoriale, non prevede lo sblocco del turn over, e questo è particolarmente grave considerando la drammatica carenza di personale in Calabria, non parla di investimenti». Secondo Sposato «in generale il decreto del governo non fa un ragionamento sulle infrastrutture per il Mezzogiorno e la Calabria, non parla di investimenti per l’Alta velocità, di investimenti di Trenitalia in Calabria, non dice nulla sugli investimenti delle società pubbliche nell’area del porto di Gioia Tauro e nella Zes, non dice nulla su come inserire Gioia Tauro in circuiti internazionali strategici come la Via della Seta,  non presenta un piano di sviluppo per la Calabria e il Sud. Insomma, un Consiglio dei ministri sterile, che non ha prodotto alcun risultato e solo qualche selfie. La classica montagna che ha partorito il classico topolino. E poi – rimarca il segretario generale della Cgil calabrese – non c’è stata alcuna soluzione per il precariato Lsu-Lpu, e ci troveremo costretti a rincorrere il governo fino a ottobre. Non conoscevano nemmeno la vertenza, e questo anche per responsabilità dei parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle e della Lega, che si sono rivelati del tutto assenti e incapaci di illustrare al governo i problemi della Calabria. Questo denota anche uno scollamento tra la deputazione parlamentare e il governo, che sembrano quasi separati in casa”. Sposato infine osserva: “E’ evidente che l’esito deludente di questo Consiglio dei ministri, il fatto che pur riunendosi a Reggio Calabria i problemi del Sud non sono stati affrontati, confermano quanto sia stata giusta la scelta di Cgil, Cisl e Uil di manifestare unitariamente il 22 giugno a Reggio Calabria per riportare al centro dell’attenzione il Mezzogiorno e la Calabria. Se analizziamo gli indicatori economici ci si accorge che nel Mezzogiorno si investe non il 34% ma appena il 20%, e con il regionalismo differenziato questa forbice si allargherà drammaticamente. Il 22 giugno ­ conclude il segretario generale della Cgil calabrese – chiederemo al governo di dare priorità al Mezzogiorno». Inevitabile un passaggio sulla situazione politica alla Regione: «Il tempo – dice Sposato – è scaduto. Abbiamo provato in tutti modi a chiedere alla politica regionale di mettere in agenda tre-quattro temi prioritari ma credo che ormai non ci sia ormai nemmeno la voglia di intervenire da parte della Giunta. Anche la recente vicenda della non approvazione della legge sulla doppia preferenza di genere purtroppo – sostiene il segretario generale della Cgil Calabria – ha dimostrato che ormai non c’è più una maggioranza e forse a questo punto sarebbe preferibile prenderne atto e non prolungare l’agonia per quasi un anno. O si dà un colpo di reni finale su tre-quattro punti o è meglio staccare la spinta e portare i cittadini a votare se deve durare così, perché è evidente che ormai c’è uno scollamento tra i problemi reali della Calabria e gli interessi della politica, che non sembra avere più idee”. Sposato infine rileva: “Avevamo proposto un patto di fine legislatura sub tre-quattro temi ma da parte del presidente della Giunta Oliverio non c’è stato riscontro. Ci si è concentrati sul tema della sanità ma affrontato in modo per la verità maldestro: in tre anni con un governo amico si potevano fare buone cose per il settore calabrese, ma non si può scaricare solo sui commissariamenti, perché sappiamo che il deficit delle Asp è nato dalla gestione delle Asp.  In Calabria c’è bisogno di un progetto di riforme, riforme istituzionali, riforme delle partecipate pubbliche, riforme socio-sanitarie, ma – conclude il segretario generale della Cgil calabrese – è tutto fermo: questi sono i grandi temi che finora la politica regionale  non ha saputo affrontare».

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