Le foto inserite in questo articolo sono di Francesco Antonio De Gaetano

di Cristian Fiorentino

Caratteristica Celebrazione Eucaristica, nel giorno clou dei festeggiamenti in onore Francesco di Paola, presso il santuario del centro storico coriglianese. La Solenne Messa del 25 aprile mattina è un appuntamento atteso e partecipato da sempre grazie ai sentiti e particolari momenti di riflessione.

Quest’anno, oltretutto, l’occasione è stata impreziosita dalla Memoria e la Celebrazione diocesana in suffragio al Pontefice Papa Francesco, tornato “Alla Casa del Padre” lo scorso 21 aprile nel Lunedì dell’Angelo”. Insigne liturgia in onore del Santo Patrono e in suffragio del Santo Padre officiata dall’Arcivescovo della diocesi di Rossano-Cariati Monsignor Maurizio Aloise. Tra le curiosità da evidenziare che proprio Monsignor M. Aloise lo scorso anno fu assente alla principale S. Messa per partecipare alla “Visita ad Limina” dei Vescovi calabresi tenutasi in Vaticano e da Papa Francesco esattamente un anno fa.

Al suo fianco oltre al Padre Superiore dei Minini Giovanni Cozzolino e il clero vicariale anche l’Arcivescovo di Camerino San Severino Marche e Vescovo di Fabriano-Matelica Monsignor Francesco Massara, originario di Tropea e molto devoto al Santo di Calabria e già ospite in passato del santuario coriglianese. Santa Messa armonizzata in maniera esemplare dalla corale polifonica di S. Francesco, assistita dai ministranti e dai portatori della statua. Nella mezz’ora precedente al rito, si è svolto anche il “Matinè” intonato dalla banda “Antonio De Bartolo” da piazza del Popolo sino al sagrato della chiesa. A margine dell’omelia, il sindaco Flavio Stasi ha dato lettura della preghiera al Santo Primo Cittadino accendendo la “Lampada Votiva” mentre la consegna delle chiavi, per il terzo anno consecutivo, è avvenuta nel pomeriggio nel palazzo di città a piazza del Popolo.  L’Arcivescovo M. Aloise, in apertura della sua orazione, ha salutato religiosi, i Padri Minimi, autorità civili e militari presenti, i confratelli sacerdoti, le confraternite, il Vescovo F. Massara e i fedeli asserendo: «Vi saluto tutti con rispetto e con affetto e vi ringrazio per la vostra presenza in questo giorno così significativo per la nostra comunità.

La vostra partecipazione e preghiera e il vostro servizio sono un segno di comunione viva perché rende ancora più bello e intenso il nostro ritrovarci attorno all’altare del Signore. In occasione della Solennità del nostro Santo Patrono celebriamo insieme questo anno giubilare della Speranza in maniera orante e grata, offrendo questa Eucaristia in suffragio del Romano Pontefice Papa Francesco, nostro Padre nella Fede. Vogliamo custodire nel cuore il suo profondo insegnamento testimoniato attraverso il suo ricco magistero che resta come faro luminoso per la Chiesa del nostro tempo e per l’umanità intera.

Nel suo primo grande documento “Evangelii gaudium” ci ha richiamati alla gioia del Vangelo, spronandoci ad essere una Chiesa in uscita, missionaria e vicina alla gente, attenta ai poveri, libera dalla tristezza autoreferenziale e capace di portare la freschezza dell’Amore di Dio nei cuori dei feriti. Nella “Laudate Si”, invece, Papa Francesco ci ha invitato ad una conversione ecologica indicando nell’ecologia integrale la via per ritrovare l’armonia con Dio, con gli altri, con noi stessi e con il Creato. Tutto è connesso: la cura della “Casa Comune” insieme alla giustizia verso i poveri e dell’impegno per un mondo più umano e sostenibile. Nella “Fratelli Tutti” ci ha proposto il sogno di una Fraternità Universale fondato sulla dignità inalienabile di ogni persona umana, Ci ha parlato di amicizia sociale, di dialogo, di rispetto, di perdono e di gentilezza. Nella “Amoris Letitia” ci ha consegnato un inno dell’Amore in mano, la bellezza, la fragilità parlando della famiglia, del perdono e di fedeltà. Nel suo ultimo pensiero ci ha rilevato il suo testamento e il suo cuore di Pastore attraverso l’Amore del cuore di Cristo. In questo Amore ha trovato la sua forza e la sua Pace.

Papa Francesco ci ha lasciato un’eredità viva che non è compiuta ma che è ancora da mettere in atto in stile evangelico fatta di umiltà, di prossimità, di ascolto e profezia. Ha camminato davanti a noi come Pellegrino di Pace, Pastore Misericordioso, Fratello tra i fratelli annunziando con la vita che il Vangelo è Gioia, Fraternità, Amore che salva. Oggi però- prendendo spunto dal Vangelo- ci ritroviamo sulle rive di un lago e come i discepoli del Vangelo siamo davanti ad uno specchio e come ogni anno, come in questo santuario, in cui riflettere le nostre stanchezze, i nostri ritorni e le nostre speranze. Lo stesso Pietro dopo la croce, dopo la paura, dopo la Risurrezione di nostro Signore torna a pescare, al suo mestiere prima di divenire discepolo, quasi senza speranza. Anche noi quando la nostra speranza sembra venire meno rischiamo di tornare alle nostre paure. Ma è proprio in quel momento come è capitato a Pietro e ad altri apostoli che il Signore si manifesta invitandoci nel gettare le reti.

E Loro solo sulla fiducia gettano le reti assistendo al miracolo e ad una pesca straordinaria che gli permette di riconoscere finalmente il Signore. Quando la nostra vita sembra svuotarsi Gesù è lì sulla riva ad attenderci con semplicità invitandoci a vivere e a condividere la comunione. In questo contesto, risuona la parola del Pietro di ieri e del Pietro di oggi, Papa Francesco, di cui facciamo Memoria. In nessuno c’è Salvezza: solo nel nome del Signore. Non c’è salvezza nel potere, nel tornare indietro o contare solo sulle nostre forze. La salvezza viene scartata ma Dio ne ha fatto pietra d’angolo: Gesù Cristo. S. Francesco di Paola ha incarnato questa Fede umile, radicale e ferma. Uomo di Dio e figlio del sud ha saputo ascoltare la voce del Signore e rispondere con tutta la sua vita.

Il vangelo che ci porta sulle rive del lago Tiberiade, si avvicina alla figura di S. Francesco Patrono della nostra città e protettore della gente di mare. Come i discepoli anche Lui ha conosciuto la fatica, la fiducia e il silenzio delle acque e la voce del sole che guida anche nelle notti più buie, quelle che fanno paura ai pescatori. Uomo del silenzio e della preghiera ma anche del coraggio e dell’abbandono alla Provvidenza ha attraversato il mare della Fede affidandosi alla forza di Dio tanto che cammina sulle acque nel nostro quotidiano e comprende la vita dei pescatori e dei naviganti. Quando gettiamo le reti sulla parola di Gesù anche nel tempo della fatica possiamo scoprire una pesca abbondante. La Speranza è un senso pieno che non delude. S. Francesco ha scelto la povertà per essere libero, ha scelto il silenzio per farsi ascoltatore del mondo, ha scelto la preghiera come forza per cambiare la storia. S. Francesco ha vissuto sperando contro ogni Speranza.

Per questo per noi è un segno vivo di Speranza che nasce dalla Fede Pasquale e che Cristo è Risorto e che l’Amore di Dio non delude mai. In questo tempo in cui le nostre società sono attraversate dalle inquietudini, da divisioni, da paure abbiamo bisogno di testimoni di Speranza. Ed ognuno di noi è chiamato ad esserlo con il nostro impegno e il nostro sì nella propria vita, nel proprio lavoro, nella propria famiglia, nel proprio servizio civile o militare, nella propria responsabilità. E proprio a voi autorità va un saluto particolare perché in voi riconosciamo una vocazione particolare al servizio del bene comune. S. Francesco vi accompagni nel vostro impegno quotidiano perché possiate essere strumenti di giustizia, di Pace e di Speranza per tutti. Gesù ci prepara anche oggi un banchetto segno del suo Amore nell’Eucaristia della mattina della Pasqua al Mondo e non ci resta che riconoscerlo anche noi e gridarlo, come fecero Pietro e gli apostoli, nonché portare a Lui le reti della nostra vita con le nostre imperfezioni. In questo anno della Speranza- ha concluso Monsignor M. Aloise- affidiamo a S. Francesco di Paola la nostra comunità, la nostra città e tutta la Chiesa pellegrina e come Chiesa diocesana eleviamo la preghiera di suffragio per il Romano Pontefice perché il Signore ricco di Misericordia nella gioia eterna e nella Pace senza fine e grazie alla Sua vita, spesa al servizio del Vangelo, continui a  portare frutto e che dalla casa del Padre da dove ci guarda interceda per questa Chiesa che ha amato e servito sostenendola nel cammino luminoso della Risurrezione». A corredo e prima della benedizione finale, i ringraziamenti nei confronti dell’Arcivescovo e di tutte le componenti intervenute per l’occasione, sono arrivati da Padre G. Cozzolino che ha sottolineato il rapporto devozionale dei coriglianesi per S. Francesco, convalidata anche dal bagno di folla di questi giorni. Inoltre, ha illustrato la preghiera ad hoc per il Santo Pontefice e ha evidenziato i segni che connettono S. Francesco a Papa Francesco ricordando la specifica conoscenza che il Pontefice aveva del Santo di Calabria.  

 

Crediti