Foto: Giorgio Luzzi

Comunicato stampa

Bravi a piangersi addosso, a criticare, ma più bravi ancora a non volere individuare le responsabilità di quei  politici  che negli anni  hanno relegato (con il nostro consenso) il territorio agli ultimi posti. E’ un fenomeno oramai generalizzato, cronico che accomuna la maggioranza dei Coriglianesi, anche i veterani non estranei alla politica.

Tanto, se le cose non vanno, la colpa non è nostra, è sempre degli altri. Il continuo lamentarsi, la non presa di coscienza di quei giovani che per la prima volta si sono affacciati alla politica ed eletti al comune tardano a dare soluzioni alternative a quelle attuali poiché oscurati dal carisma politico del sindaco, il disprezzo nei confronti di coloro i quali non si rassegnano  alla sudditanza imposta dalla politica  e che ha reso i Coriglianesi a semplice comparse, il fatto di auto infliggersi pratiche masochiste, auto lesive, ci rende unici. Lo dimostra il fatto che  quotidianamente, in modo ossessivo, ripetitivo, noioso, in molti vivono con invidia, il divario con Rossano, come se questa fosse il paradiso terrestre, dove le montagne sono ricoperte di cioccolato e nei torrenti vi scorre il miele, così una volta ci descrivevano la ex Unione Sovietica. Il divario a favore di Rossano esiste e come, nessuno lo nega, ma non bisogna viverla come una tragedia quotidiana, come  una umiliazione continua per Corigliano ed i coriglianesi, piuttosto si vada alla ricerca dei perché Rossano è messa meglio di noi a livello sociale ed urbanistico. Sul tema politico, senza dubbio Rossano, sta messo meglio di noi, ma non bisogna  esagerare o dimenticare gli intrecci politici esistenti nel comune, nell’azienda sanitaria, dove impiegati, funzionari e dirigenti sponsorizzati dalla politica la fanno da padroni, o quel determinato tessuto sociale che va a braccetto con i politici e che detta le regole, d'altronde, tutto il mondo è paese! Sarebbe meglio che coloro che osannano la realtà Rossanese, principalmente i giovani a rivedere il concetto che hanno di Rossano, piuttosto, facciano delle considerazioni serie ed attente riguardanti le dinamiche e le scelte politiche degli ultimi 10- 20 anni. Ricordo a chi non sa o fa finta di non sapere che queste due realtà (Rossano e Corigliano) per decenni, alle elezioni politiche, camera, senato, e regione, hanno votato gli stessi politici che le segreterie regionali e provinciali hanno imposto anche a noi Coriglianesi. Basta ricordare, Mario Brunetti di Plataci, un paesino più o meno di mille anime, osannato a suo tempo dalla  sinistra coriglianese, in special modo da quella radicale , o lo stesso Cesare Marini, di San Demetrio Corone, (4000 abitanti) più volte eletto al senato della Repubblica, alla regione Calabria ed alla provincia  con i nostri voti e quelli di Rossano, non dimentichiamo nemmeno G.M. Oliverio, attuale presidente della regione Calabria, oppure don Ciccio Samengo (casa delle libertà) l’ex on. Accroglianò, De Capua, o  Franco Pacenza che per 15 anni alla regione Calabria ha ricoperto incarichi di rilievo, o lo stesso Giuseppe Caputo, per finire ai nostri, i cosiddetti locali come: Francesco Fino, G. Dima, e il sindaco attuale di Corigliano Giuseppe Geraci, tutti e tre Coriglianesi  eletti alla camera dei deputati. Come si può notare, un continuo turnover, lo stesso  refrend che si ripete ancora oggi, sempre gli stessi che ritornano. Come ieri, niente è cambiato, e niente cambierà, a parte qualcuno che per sopraggiunta limite di età, a malincuore, ha dovuto cedere i privilegi ed il posto ad altri che nel tempo si sono rivelati più avidi di loro, riproponendoci, la solita frittata, le solite promesse puntualmente disattese. E’ così sarà per i prossimi mille anni, a meno che non sopraggiunga prima la fine del mondo. Non illudetevi, niente cambierà, nemmeno con la tanta osannata fusione con Rossano di cui io, per quello che si possa pensare e per quel che conto, sono a favore, molto a favore, se non altro per fare emergere il divario sociale, e la mancanza di senso civico di tanti concittadini. Quello che desta sospetti è che qualcuno usi il problema fusione per fare demagogia, propaganda politica o magari interessi personali, promettendo l’impossibile, come fa il comitato delle 100 associazioni, dove in un recente volantino, al pari dei  politici del passato e di oggi, ripropone fedelmente la stessa ricetta, gli stessi problemi che ci assillano da oltre 30 anni. Sostenere che se passa la  fusione, saremo più ricchi, migliorerà la vita dei cittadini, offrendoci nuovi servizi (trasporti, aeroporto,se ne parla da 20 anni) o addirittura un porto funzionante, quel porto che secondo tre generazioni di politici doveva essere la porta sul mediterraneo, sul mondo e che avrebbe portato benessere e lavoro per tutti, mi sembra esagerato. Come non bastasse il comitato va oltre oltre, se passa la fusione, avremo: Una giustizia migliore, più equa, qualcuno del comitato già  pensa alla riapertura del tribunale di Rossano. Ci  propinano inoltre una sanità migliore, dimenticando il calvario dell’ospedale unico che è tutto da divenire, ci promettono uno sviluppo per l’agricoltura, per il turismo, per l’artigianato ecc. ecc, dimenticando le bellezze dell’antica Grecia situate nel museo archeologico della vicina Sibari, oppure gli scavi. Sarebbe da saggi, stare con i piedi per terra e non promettere ciò che poi è difficile mantenere. Queste, sono preoccupazioni legittime, sensate che le persone di buon senso, quelle che di acqua e di politici ne hanno visto passare sotto i ponti si pongono per non avere altre fregature in futuro. Da prendere con le pinze, sono anche le posizioni, le promesse assunte dai sindaci interessati, mi auguro che il loro interessamento dettato dal  ruolo istituzionale che ricoprono, non nascondi la  paura di perdere il consenso politico o rimanere fuori dai giochi politici in seguito. Se queste promesse, una volta passata la fusione  (E ME LO AUGURO) diventeranno realtà, sono il primo a dare la benedizione affinchè questo matrimonio venga ufficializzato nella speranza che Corigliano non avrà nuovi  politici come padroni che ci faranno farci rimpiangere i vecchi, mi auguro che Corigliano, non si faccia dettare le regole dello sviluppo da Rossano, se fusione sarà, sia da pari a pari, non una annessione tout court,  fermo restando la capacità e la volontà dei nostri politici che  certamente non si faranno scrupoli a continuare a svendere il territorio qualora venissero messi  in discussione i loro interessi  o la  loro stessa permanenza  in politica .   {jcomments on}

 Giorgio Luzzi per il movimento centro storico

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