Il Vangelo di oggi: Mt 23, 1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo
: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Commento al Vangelo del giorno:
“Ci sono due specie di uomini: gli uni sono i giusti che si credono peccatori; gli altri i peccatori che si credono giusti”. Questa frase di Blaise Pascal tratta dai suoi Pensieri mi sembra il miglior commento alla pericope evangelica di questa Domenica. Sulla cattedra di Mosè si sono seduti peccatori che si ritengono giusti; gente dura, inflessibile che confidando nella scrupolosa osservanza di dettami legislativi hanno perso il senso e il cuore della legge di Dio e hanno reso il rapporto con il Signore pesante e insopportabile. La Parola di Dio vivifica il cuore dell’uomo, lo libera da qualsiasi forma di schiavitù, da servo lo rende figlio; i fardelli legislativi invece generano una forma di autocompiacimento, diventano un potente narcotico per la coscienza, riducono Dio a una sorta di maschera austera e insensibile priva dei tratti paterni, nascondono il volto di Dio pieno di misericordia e di pietà. Il grande vescovo di Brescia Giacinto Tredici parlando ai suoi preti sottolineò: “Figli diletti ricordatevi che sono poche le verità che dobbiamo insegnare, i comandamenti e la dottrina cristiana si riducono a due soli precetti che devono essere osservati per raggiungere la vita eterna: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”». Amare: questo è l’unico gravame per il cristiano, il giogo dolce e il peso leggero che ci impone Gesù.
Giovanni Taulero, sacerdote domenicano vissuto nella prima meta del 1300 e allievo di Maestro Eckhart, afferma: «Ah, quanto ce n’è oggi di questo fariseismo su tutta la terra! Poiché le persone generalmente hanno di mira vantaggi esteriori nelle loro opere e nei loro discorsi: questi hanno apparenza religiosa, ma le persone vi cercano tuttavia maggiormente le cose esteriori: beni, onore, profitto, essere conosciuti e considerati, favore e piacere. Detto in breve: tutte le opere che gli uomini fanno più con l’intenzione d’ingrandirsi, cioè che fanno più volentieri per apparire o essere visti o conosciuti di quanto le farebbero se non fossero mai conosciuti, tutte queste opere non interessano a Dio, per grandi ed elevate che sembrino». È duro ammetterlo ma il salire in cattedra è uno dei malanni che colpiscono proprio coloro che frequentano le chiese, caratterizza più i presunti “vicini” che i “cosiddétti” lontani. Quale vaccino dobbiamo prendere per rimanere indenni da qualsiasi forma di fariseismo? Ancora una volta vorrei citare Blaise Pascal con il quale ho aperto questa breve meditazione: «Gesù Cristo è un Dio a cui ci si avvicina senza orgoglio, e sotto cui ci si abbassa senza disperazione».