Il Vangelo di oggi: Gv 15,26-27; 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me;
e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Contemplo:
L’incontro con Cristo risorto
L’incontro di Gesù con i suoi discepoli alla sera del primo giorno della settimana diventa missione. Oggi anche per noi si rinnova l’incontro con Cristo risorto: egli è il punto di riferimento della nostra comunità di discepoli e si rende visibile ogni volta che siamo capaci di gioire, l’uno nei confronti dell’altro, per i doni ricevuti per mezzo dello Spirito Santo. Tutto ciò che siamo e abbiamo è per l’edificazione della Chiesa. A ciascuno di noi infatti è data una manifestazione dello Spirito Santo, perché, liberi da ogni paura, diventiamo missionari del Vangelo fino agli estremi confini della terra.
Commento al Vangelo del giorno:
Cinquanta giorni dopo la Pasqua gli Apostoli ricevono il dono dello Spirito Santo, il dono della testimonianza, della capacità di essere dei cristiani credibili, amici veri e autentici del Signore. Avevano vissuto tre anni con Gesù, avevano ascoltato la sua Parola, visto i suoi miracoli, incontrato il Cristo risorto e asceso al cielo; ma ancora dubitavano, avevano paura. Solo la discesa dello Spirito Santo li fa uscire dal cenacolo, li rende testimoni di una trasformazione interiore che non può essere misurata con i criteri di questo mondo. Lo Spirito Santo trasforma la vita del cristiano, compie il miracolo più grande: la capacità di cambiare, di convertirsi. Dice San Cirillo di Gerusalemme: “ Alla stregua di un legno secco, che emette germogli se imbevuto di acqua, così avviene all’anima peccatrice, divenuta degna dello Spirito Santo attraverso la penitenza: produce grappoli di giustizia. Pur essendo uno solo, al cenno di Dio e nel nome di Cristo, lo Spirito Santo suscita le varie virtù. Di uno si serve per comunicare la sapienza; di un altro illumina la mente con la profezia; a un altro ancora conferisce la potestà di scacciare i demoni, e a un quarto dà il potere di interpretare le Scritture. Di uno corrobora la temperanza (o la castità), a un altro insegna quanto conviene alla carità (ovvero all’elemosina); a un terzo, il digiuno e gli esercizi della vita ascetica; a un quarto ispira il disprezzo delle cose corporali; a un ultimo, infine, insegna a prepararsi al martirio. Differente negli altri, egli è sempre identico a se stesso […]”. Tutto questo avviene nel silenzio, attraverso l’ordinario scorrere del quotidiano. Lo Spirito santo si serve di poco, di gesti di per se banali: “E nella mattina di Pasqua, nella mattina della Pentecoste meglio, abbiamo un fatto nuovo, il fatto nuovo che si presenta misteriosamente, come si presenta misteriosamente un sacramento: il battesimo, un po’ d’acqua e poche parole; la cresima, un pochino di olio benedetto dal vescovo e poche parole, perché, come vi dicevo un’altra volta, le grandi cose si fanno con dei gesti umili e con delle parole brevi” ( don Primo Mazzolari) .
L’uomo nuovo, rivestito dai doni dello Spirito Santo è l’uomo che fa grandi cose con dei gesti umili e con delle parole brevi.