La morte di mons. Serafino Sprovieri già vescovo della Diocesi di Rossano- Cariati dal 1980 al 1986, avvenuta questa mattina a Cosenza,

sta facendo registrare, com'era logico attendersi, tutta una serie di interventi per ricordare la figura del presule. Tra questi vogliamo riportare il ricordo del caro amico Francesco Caputo, il quale con la intuizione che non gli è nuova, ci ricorda che presso la chiesa Maria SS. Immacolata di Corigliano Scalo, un tempo retta dal compianto mons. Flaminio Ruffo, ed oggi guidata da don Gino Esposito, esiste una vetrata, che proponiamo nella foto sopra, dove sono raffigurati San Giovanni Paolo II, il Cardinale Gagnon, mons. Ruffo e proprio il vescovo Sprovieri scomparso questa mattina. Qui di seguito vi proponiamo il ricordo di Francesco Caputo:

E’ tornato alla casa del Padre Mons. Serafino Sprovieri, arcivescovo emerito di Benevento, già arcivescovo di Rossano – Cariati dal 1980 al 1991. “Ricordiamo la sua grande intelligenza, la straordinaria cultura, l’intensa carità e la molteplice operosità”, nel ricordo delle parole di Mons. Satriano, Arcivescovo di Rossano – Cariati. Giovanni Paolo II definì Mons. Sprovieri come “guida illuminata e lungimirante” . Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, resta quella cordialità e bonta d’animo che ha lasciato, nel sottoscritto, una bellissima testimonianza di autentica vita cristiana. Con lui se ne va un pezzo di quel clero “anziano” che oltre a lasciare un vuoto incolmabile porta alla mente ricordi ed esperienze vissute, di celebrazioni e momenti conviviali. Un pezzo di quella storia che non c’è più, raffigurata nella vetrata della Chiesa di Maria SS. Immacolata a Corigliano Calabro. Wojtyla, Gagnon, Sprovieri, Ruffo, il tempo che passa, i ricordi che restano, la preghiera che diventa ringraziamento e lode al Signore per tutto quello che è stato e per quello che sarà, per un viaggio, un pellegrinaggio che, un giorno, ci vedrà di nuovo tutti insieme. Grazie a chi lascia nel cuore una buona parola, un sorriso, un abbraccio, semplicemente GRAZIE!

 Francesco Caputo

 

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