Fonte: Proverbi, detti e modi di dire in dialetto coriglianese - Editore Castriota - pp. 42-43

1     La stagione dell’uomo

 1.1  La famiglia

Cori e cori (Cuore e cuore)

 

18 Amuri nuovi ve è bbena, amuri viecchji si mantena (amore nuovo va e viene, amore vecchio resta). Le infatuazioni e gli amorazzi vanno e vengono, non durano mai a lungo. Il vero amore, di chi ama davvero, resta sempre.

19 Amuri, billizzi e rrineri su tre cosi cu un zi puoni ammucceri (amore, bellezza e soldi sono tre cose che non si possono nascondere). L’amore, la bellezza e i soldi sono tre cose che non è possibile nascondere, perché sono sotto gli occhi di tutti. E’ attestato nel dialetto napoletano.

20 Vo beni a chini ti vo beni e rispunna a cchini ti chjema (voglia tu bene a chi ti vuole bene e risponde a chi ti chiama). Ricambia con lo stesso affetto che ti viene offerto.

21 L’acqua ve adduvi ghè ra pinnenza, amuri adduvi ghè ra spiranza (l’acqua va dove c’è la pendenza, l’amore dove c’è la speranza). Ognuno va dove c’è speranza di poter avere qualcosa. Tutte le cose obbediscono a delle leggi naturali. L’acqua scorre c’è pendenza, l’amore dove c’è una pur minima speranza di poter essere contraccambiato. In senso traslato significa che se si vuole che una cosa avvenga è necessario favorirla. È attestato nel dialetto napoletano: l’acqua vo’ ‘a pennenza e ‘ammore vo’ ‘a speranza.

22 Pienz’u sdigni ca passa r’amuri (pensa a disdegnare, cioè a respingere, che l’amore passa cioè va via). Se si rifiuta o si detesta più volte una proposta, prima o poi svanisce l‘interesse in chi la fa, come a quella ragazza che a furia di rifiutare il corteggiamento di uno spasimante questo finisce di non avere più interesse e desiste.

23 Suni cori e ccori (sono cuore e cuore). Lo si dice di due persone che sono molto affiatate, che hanno una intesa e forte condivisione di sentimenti. Come quella coppia di fidanzati che vivono nell‘intimità dei sentimenti e i cui cuori battono l’uno accanto all’altro. Si usa ironicamente anche per rimarcare un‘intesa negativa, a danno di altri, tra due persone.  È attestato nel dialetto napoletano: a core a core.

24 Tena ru meli a ra vucca e ru feli a ru cori (ha il miele sulla bocca e il fiele al cuore) Il miele è il prodotto più dolce in natura, il fiele quello più amaro.  Questo detto si usa nei confronti di chi usa belle (dolci) parole nei confronti di una persona ma è di animo cattivo, ovvero chi si mostra gentile ma nel cuore nasconde sentimenti di malvagità. Invita dunque a non fidarsi di colui che si rivolge con belle parole perché spesso chi blandisce sovente vuole ingannare. Questo detto è tratto dal Libro del Siracide contenuto nella Sacra Bibbia: «Il nemico ha il dolce sulle labbra, ma in cuore medita di gettarti in una fossa» (Siracide 12:16).

25 Pi mi spàrtiri ‘i tija ci vo Gradassi (per separarmi da te ci vuole Gradasso). Questa espressione si adopera per voler dire di un amore che non avrà mai fine o meglio che potrà finire solo se accadrà un evento eccezionale. Come quell’amore così forte che nulla e nessuno può rompere, a meno che non venga Gradasso.

26 Setti e rotti e su cunchjuti ‘i votti, chini unna pruveti ghè steti Luiggi ‘u cammareti ca pi ‘na quatrarella ghè finiti ‘ntri cancelli (sette ed otto e sono maturi i fichi, chi non li ha assaggiati è stato Luigi il camerata che per una ragazzina è finito dietro le sbarre). La passione, se incontrollata, mette nei guai.

27 ‘I quatrarelli su cumi tuvagghjelli i faccia chini ve si ci mpracchja (le ragazzine sono come asciugamani chi le usa ci resta attaccato). La freschezza giovanile attrae e seduce più di una donna matura e fa commettere incoscienze più facilmente.

28 Amuri cumincia cu ‘nu canti e finiscia cu ru chjanti (l’amore comincia con un canto e finisce con il pianto). È la parabola dell’amore che comincia con feste e divertimenti e poi, spesso, finisce con disaccordi, delusioni e tradimenti. Nel Libro dei Proverbi (12, 13 si legge: «Anche tra il riso il cuore prova dolore e la gioia può finire in pena».

29 Ameri a chini un tena crianza ‘i cori (misero è chi non ha creanza, cioè carità di cuore). Povero è colui che è senza cuore e carità.

30 ‘U prim’anni cori e ccori, ‘u sicunni culi e culi e ru terzi càuci ‘ntru culi (il primo anno cuore a cuore, il secondo anno culo a culo e il terzo anno calci in culo). È il deterioramento della passione amorosa con il passare del tempo. All‘inizio del matrimonio, sotto l’onta della passione amorosa sono baci e abbracciati (cori e ccori) poi, con il passare del tempo, ci si volta la schiena (culi e culi) e infine ci si manda a quel paese (càuci ‘ntru culi). Ma non sempre. È attestato nel dialetto napoletano: o primm’anno core a core, o sicond’anno cul’a culo, o terz’anno cauce ‘nculo.

 

 

 

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