Fonte: Il Quotidiano del Sud

Feroce scontro giudiziario su una eredità attorno a una famiglia di Corigliano Calabro che, dalla morte del padre, vede contrapposti i figli naturali a un presunto figlio nato fuori dal matrimonio il quale aspirava a diventare “naturale”, quindi erede legittimo, se solo i presunti fratellastri gli avessero consentito di eseguire l’esame del dna (è questa una versione di parte, ndr), impedito dalla cremazione del cadavere del capofamiglia ad opera di una figlia naturale.

Al centro della disputa, tanti beni immobili, a cui aspirano tutte le parti in causa. E per tale ragione sono nate distinte vicende giudiziarie ed anche civili, che hanno coinvolto, in qualità di indagati, anche persone esterne: dal notaio al maresciallo dei carabinieri, poi scagionati da accuse di parte. Il caso è ora all’attenzione dell’ufficio del Giudice per le indagini preliminari di Castrovillari per nuovo esame. Tutto ha avuto inizio da una ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, che disponeva l'archiviazione di un procedimento instaurato contro una serie di persone del luogo, tra cui un notaio ed un maresciallo dei Carabinieri, per i delitti ipotizzati nei confronti di ciascuno di essi (abuso d'ufficio, truffa, falso e tentata estorsione) su denuncia di due persone: la figlia dell’anziano (quest’ultimo protagonista, suo malgrado, della lotta per l’eredità); l’aspirante figlio naturale dello stesso vecchietto, poi deceduto, e aspirante fratellastro della donna. Quest’ultima aveva denunciato che il padre (poi deceduto), durante un sua degenza ospedaliera, le aveva confidato di ricevere delle visite di persone a lui non gradite, e che, per tale ragione, aveva deciso di trasferirlo in un diverso luogo di cura (un trasferimento a cui le persone che importunavano il padre avevano tentato di opporsi, anche coinvolgendo il maresciallo dei carabinieri che aveva generalizzato il personale incaricato di assistere l'anziano genitore durante il viaggio). La donna aveva compreso le ragioni di lamentela del genitore, quando, dopo la sua morte, le erano stati opposti, come sua erede, dei contratti preliminari di vendita di beni immobili che costui aveva promesso di cedere a tali soggetti, per corrispettivi non in linea con il loro prezzo di mercato. L’aspirante figlio naturale, dal canto suo, aveva, a sua volta, denunciato la figlia legittima dell’anziano perché, avendo intentato una causa per essere riconosciuto come figlio naturale del padre della stessa, costei, al fine di impedire l'esame del dna del genitore (che avrebbe potuto essere comparato con quello del denunciante), ne aveva fatto cremare il cadavere. Asseriva, inoltre, che il testamento sottoscritto dal suo presunto padre naturale, nel quale questi aveva designato, quale erede universale del suo patrimonio, la figlia, fosse affetto da falsità perché risultava redatto in un periodo in cui il testatore non era in grado di apporre alcuna firma. L’intricato caso è ancora in intinere.

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