Le Foto presenti in questo articolo sono tratte dal Profilo Facebook HNK Hajduk Split

di Cristian Fiorentino

Primo posto in classifica per l’Hajduk Spalato dopo 10 gare giocate di cui 7 vinte, 3 pareggiate e nessuna persa per 18 gol segnati e solo 5 subiti e 24 punti complessivi incamerati nonché 4 unità di vantaggio sulle dirette inseguitrici Rijeka e Dinamo Zagabria.

Il ruolino di marcia della compagine croata allenata da mister Rino Gattuso parla chiaro e dimostra non solo un organico qualitativo ma anche l’unione del gruppo in campo e fuori. Rino Gattuso, il ragazzo di Schiavonea, guida col vento in poppa l’Hajduk S. avendo tutte le carte in regola per puntare al titolo del massimo torneo croato. Da quello che si evince, però, la società sembra attraversare una crisi economica da qualche settimana con tanto di sospensione dei pagamenti a tutti i tesserati.

Il direttore Kalinic si è dimesso ma Rino Gattuso assolutamente no e ai cronisti ha spiegato così le sue decisioni: «Amo questo lavoro e questi giocatori mi rendono felice, ecco il motivo del perché ho speso 40.000 euro in cellulari (dopo il match col Bilogora). Non sono qui per soldi, ho guadagnato abbastanza nella mia carriera da giocatore e non ho più bisogno di lavorare nella mia vita. Mi erano state promesse delle cose- ha precisato Gattuso sul presidente del sodalizio croato- che non sono state mantenute e ho dovuto scegliere tra lottare o arrendermi. Per ora preferisco combattere. Ho 400 partite al mio attivo da allenatore, ho guidato già grandi club. Ho sentito quanto i giocatori mi hanno dato il cuore e non voglio deluderli. Non me ne andrò. Non lo farò. Se me ne andassi adesso, mentre loro lavorano e si allenano così, mi sentirei una merd*, un ometto.

Se la pensassi diversamente, andrei a Marbella a portare a spasso i cani». Ancora una volta Rino Gattuso, dopo altre esperienze difficili da allenatore (soprattutto quella vissuta in Grecia), resta al suo posto e vuole portare a termine la sua missione. Vuole restare soprattutto al fianco dei suoi ragazzi e dei suoi calciatori andando controcorrente. Altri, infatti, al suo posto sarebbero già andati via mentre lui no. In un mondo, specie quello del calcio, dove si pretende tutto e subito e dove se non c’è il tornaconto non se ne fa nulla, esistono ancora allenatori di principi e doti, spesso dimenticati, ma che sono ancora il sale della vita.  La sua onestà e il suo carattere sono sempre genuini e, ammettendo che da calciatore ha già guadagnato tanto, ha messo a disposizione sé stesso e la sua esperienza dimostrando dei principi sani appresi nella sua terra grazie alla sua famiglia e la sua gente e che lui vuole trasmettere a chi ha intorno, lavora o collabora con lui. Quel nomignolo che gli è stato affibbiato da calciatore, Ringhio, nel tempo si è trasformato da sinonimo di grinta e determinazione a giudizio e saggezza: perché oggi con il suo esempio Rino Gattuso è, prima che allenatore di calcio, un mister soprattutto di “Vita”.

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