Il potenziamento dell’organico del Commissariato di PS di Corigliano-Rossano e degli Uffici della Polizia di Stato della Provincia di Cosenza, al momento, è un bluff.

I rinforzi per il Commissariato di PS di Corigliano-Rossano, infatti, sono quantificabili in sole tre unità, giunte il mese scorso, che nemmeno bastano per risolvere il problema del turn-over. Ci dispiace dirlo ma, con tutto il rispetto per chi già lo ha fatto, non c’è nulla da festeggiare o da essere soddisfatti». A denunciarlo è il segretario generale provinciale Siulp Cosenza Luciano Lupo «Per quanto riguarda gli sbandierati futuri arrivi, otto unità, è bene precisare che non riguarderebbero solo il Commissariato di PS di Corigliano-Rossano, ma anche gli altri Uffici della Polizia di Stato dell’intera provincia (Questura compresa). Un altro potenziamento annunciato che in realtà non sarebbe sufficiente nemmeno per coprire gli ulteriori vuoti di organico causati dai pensionamenti. Per questi motivi il Siulp rimane sulle proprie posizioni già manifestate negli anni 2017 e 2018 e riassunte nella conferenza stampa del 24 luglio 2018, allorquando, oltre a spiegare le ragioni dell’insistita rivendicazione, venne chiesto l’intervento diretto del Ministro dell’Interno, On. Matteo Salvini; un invito a visitare i nostri territori per verificare di persona le reali esigenze e le condizioni di lavoro dei poliziotti della provincia di Cosenza. L’effettivo potenziamento del Commissariato di PS di Corigliano-Rossano e la sua elevazione a Commissariato di rango superiore si realizzerebbe soltanto con l’assegnazione di almeno altre venti/trenta unità. Solo in questo modo si potrebbe garantire la copertura del vasto territorio di competenza (circa un quarto della città di Roma) con almeno due Volanti a turno e l’incremento di organico della Squadra di PG e delle altre articolazioni. Oggi il Commissariato di PS di Corigliano-Rossano, infatti, per effetto della nuova città unica, ha raddoppiato la competenza territoriale per i servizi di OP e di Polizia Amministrativa a invarianza di personale (già deficitario) e di mezzi. Noi, dai nostri parlamentari ci aspettiamo molto di più: interventi energici, risolutivi, finalizzati a soddisfare la domanda di sicurezza dei cittadini. A nessuno deve sfuggire l’idea di rafforzamento che il Dipartimento della PS ha per le province calabresi e lo squilibrio di forze, secondo noi, che si creerebbe se tale progetto venisse concretizzato così come pare essere nelle intenzioni.  Il dato di partenza dei nostri ragionamenti è che la provincia di Cosenza ha il territorio più esteso della nostra regione (quasi il 45%), ha più comuni e più abitanti di tutte le altre province calabresi. Si pensi al confronto con la provincia di Reggio Calabria. Cosenza, rispetto a Reggio Calabria ha il doppio di estensione territoriale e circa 150.000 abitanti in più, ma solo un terzo (1/3) di poliziotti sul territorio. E Cosenza non è una provincia “babba” come qualcuno voleva far passare qualche anno addietro; nel senso che non è certo immune da fenomeni malavitosi riconducibili a mafia e ‘ndrangheta e le esigenze di garantire efficaci e mirati servizi di ordine pubblico sono pressoché quotidiane sul vastissimo territorio di competenza (ricordiamo che per superficie la nostra provincia è la quinta in Italia e conta ben centocinquanta comuni). Il piano di potenziamento che ci è dato conoscere, al momento, prevederebbe l’assegnazione di solo otto poliziotti per Cosenza (nemmeno uno per Ufficio atteso che sul nostro territorio insistono la Questura, i Commissariati di PS di Castrovillari, Corigliano-Rossano e Paola, la Sezione, le due Sottosezioni e i quattro Distaccamenti della Polizia Stradale, i tre Posti di Polizia Ferroviaria, la Sezione della Polizia delle Telecomunicazioni e il Reparto Prevenzione Crimine di Rende).  Per Catanzaro è previsto un aumento di organico di cento unità; per Crotone di centocinquanta unità e per Vibo Valentia di ottanta unità. Le tre province in esame nemmeno pareggiano la provincia di Cosenza per estensione territoriale e per abitanti, ma la superano e, in ottica futura, la surclasseranno per numero di poliziotti, attesa la sproporzione delle preannunciate assegnazioni (oltre trecento contro otto). Per questo motivo il SIULP di Cosenza non esulta, ma protesta. Non è accettabile una distribuzione di forze così squilibrata sul territorio calabrese, quasi come se Cosenza non fosse in Calabria. Bene fa il Dipartimento della PS a rinforzare quelle province, ma non può lasciare la Polizia di Stato della provincia di Cosenza a continuare ad operare con gli attuali organici. A titolo esemplificativo si pensi che la Squadra Mobile della Questura di Cosenza e il Commissariato di PS di Castrovillari contano rispettivamente meno di quaranta unità, che gli organici della Sezione e dei Distaccamenti della Polizia Stradale sono risicatissimi, così come quelli delle altre specialità, e che l’età media dei poliziotti di stanza nella nostra provincia è ormai superiore ai cinquanta anni. Altro che soddisfazione. Da esternare c’è il disappunto per scelte strategiche che inevitabilmente porteranno squilibri organizzativi e, per la nostra provincia, potenziale decremento delle attività che devono rendere più vivibili e sicuri i nostri territori anche per attrarre investimenti e garantire lavoro. Il diritto alla sicurezza è universalmente inteso come la precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti costituzionalmente garantiti. La sicurezza non deve essere mai considerata un costo, ma un investimento per la crescita e lo sviluppo dei territori. Per questo motivo SIULP Cosenza si rende disponibile al confronto con i parlamentari calabresi e con chiunque abbia effettivo interesse a lottare per rendere più forte la politica della sicurezza della nostra provincia. Ha ragione il Capo della Polizia quando dice che certe storture come il mancato turn-over vengono da lontano e che nessuno, nemmeno lui, ha la bacchetta magica per risolvere di colpo ogni problema strutturale, ma allo stesso prefetto Gabrielli il SIULP di Cosenza chiede maggiore riguardo per questo territorio. Perché se è giusto e sacrosanto pensare di potenziare realtà come Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia è incomprensibile e penalizzante non pensare di fare altrettanto per la provincia di Cosenza. Noi pensiamo che le visite del Capo della Polizia nella nostra provincia debbano potersi tramutare in atti concreti di vicinanza ai poliziotti e ai cittadini utenti; in caso contrario non ci sarebbe niente di scandaloso se da qualcuno venissero intese come mere occasioni di visibilità. L’appello finale, quindi, è: a) per il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, affinché rassicuri questo territorio dando direttive per rivedere il piano di riparto dei futuri potenziamenti e consideri l’ipotesi di proporre l’elevazione della Questura di Cosenza a rango superiore; b) per il Ministro dell’Interno, On. Matteo Salvini, affinché accetti il nostro invito di visitare personalmente le strutture di Polizia della provincia di Cosenza.

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