Fonte: Comunicato stampa
L’opera dal titolo, Vicinzulli, è liberamente tratta dalla commedia Gennareniello, di Eduardo De Filippo, da noi riadattata, sia nel contesto che nella lingua.
Anche i nomi dei personaggi sono stati cambiati con altri che ci sono più familiari. Questo atto unico, che sembra contenere una trama frivola nel contenuto e leggera per alcuni personaggi comici, è invece pervasa da una profonda malinconia. Il protagonista è Vincenzo, un uomo attempato, che come tanti non si rassegna al passare del tempo, e che si sente ancora giovane e ancora attratto dalle grazie femminili. La moglie, presa dalla routine familiare, non capisce che il nostro avrebbe ancora bisogno di amore e di considerazione e lo trascura, considerandolo “biellu mobile”, cioè, un pezzo di arredamento, e lui, d’altra parte, pur senza speranze per il futuro, non vuole arrendersi al fatto di essere un poveraccio e sogna la rivalsa sociale. Vincenzo scrive poesie, che spera di mettere in una raccolta, e crede che prima o poi brevetterà un’invenzione sensazionale che gli darà gloria e benessere.
Gli estranei, invece, mostrano di apprezzarlo e di assecondarlo, ma è tutta apparenza o convenienza. In realtà, lo mettono in mezzo per uno scherzo, tutto sommato innocuo, ma che lo pone nella ridicola posizione di zimbello. Ciò, però, suscita la gelosia della moglie, la quale, di fronte alle difficoltà dell’uomo, ritenuto offeso nella dignità, reagisce fermamente in difesa del marito e dimostra che, in fondo, lo stima e gli vuole bene, sentendolo come parte di sé. Vincenzo, a modo suo, dimostra di aver capito. I due si abbracciano. Un grazie, in particolare, lo rivolgiamo al prof. Giulio Iudicissa, al quale abbiamo chiesto un breve intervento su quello che rappresenta il dialetto per tutti noi: per lui, che è un cultore esperto e per noi che ce ne dilettiamo.
Fu lui, nel lontano 2001, a presentarci, al nostro esordio, sul palco del Teatro Metropol e non finiremo mai di ringraziarlo per le parole lusinghiere che espresse nei nostri confronti.In questa circostanza, inoltre, sentiamo la necessità di porgere i nostri più affettuosi auguri ai cari amici Francesco Abruzzese e Cristina Pedace, che festeggiano le Nozze d’Argento. Ringraziamo, inoltre, gli amici Giovanni Ursino, che ci ha fornito delle bellissime foto utilizzate per lo sfondo; Peppino Gigliotti e Cleto Pellegrino, che hanno realizzato la composizione dello sfondo; Giuseppe Rose, il nostro inossidabile scenografo, che, nonostante gli “acciacchini”, non ci ha fatto mancare la sua competenza.
I titolari della rivendita “Rose Utensili” Pasquale e Stefano per averci offerto del materiale, per migliorare l’estetica della nostra sede. Dedichiamo questo nostro lavoro ad una persona speciale, ad un Amico della nostra associazione, che ci ha lasciato troppo prematuramente… al nostro indimenticabile Maurizio Pellegrino.