di Cristian Fiorentino
Nuovo e perentorio incontro, lo scorso giovedì 7 dicembre presso il salone parrocchiale “Santi Leone e Nicola”, per il crescente coordinamento “Salviamo il porto di Corigliano Calabro”.
Il gruppo di attivisti jonici si è ritrovato nuovamente per pianificare le future azioni necessarie per opporsi sia al progetto di metalmeccanica pesante, tanto discusso e prospettato nel golfo coriglianese, che per l'installazione delle pale eoliche in mare. Con l’appellativo “Questo è il momento di difendere il nostro territorio”, il coordinamento sta chiamando a raccolta, in queste settimane, l’intera popolazione per schierarsi a difesa del comprensorio. Collettivo formato da semplici cittadini ma anche da ingegneri, avvocati, ex amministratori istituzionali per un gruppo composito che può avvalersi di studi di lavoro, legali e tecnici del settore. Durante l’ultima riunione emersi e segnalati diversi snodi cruciali: «La lotta- hanno evidenziato gli attivisti- contro il mega insediamento industriale della Multinazionale americana Baker Hughes e contro il progetto faraonico di Parco Eolico sulle nostre coste, va avanti e con maggiore partecipazione da parte della cittadinanza e dell'intero territorio.
Nonostante la latitanza degli enti preposti (Autorità portuale, Regione, Comune) e dei politici e sindacalisti nostrani che "nascondono le carte" non rispondendo alle richieste del coordinamento Salviamo il Porto di Schiavonea", fatto grave per dei progetti come quello della Baker Hughes che andrebbe a stravolgere tre quarti dell’intera area del nostro porto per la realizzazione di enormi capannoni industriali per la costruzione di componenti di pale eoliche, turbine a gas ed elettriche di grandi dimensioni con un totale di otto capannoni alti più di venti metri che andrebbero ad impattare negativamente sullo sviluppo in senso turistico e peschereccio del porto e con conseguenze sul mare di Schiavonea e dell'intero golfo ionico e sull'ambiente in generale per via dei lavori di verniciatura, saldatura, sabbiatura, manifattura di tipo metalmeccanico che produrrebbe anche inquinamento acustico.
Un futuro pericoloso ed insalubre che andrebbe ad impattare in primis la zona di "Riva Bella" e poi tutto il resto del comprensorio. L’attracco al porto di enormi navi per carichi industriali andrebbe a compromettere tutta la natura del porto ed inibirebbe non solo il mondo dei pescatori (ricordiamo che Schiavone ha una delle flotte pescherecci più grandi del mare ionio e non solo) e anche la possibilità di approdo per le navi crociera con un progetto di attracco crocieristico già finanziato dall'autorità portuale e della stazione di alaggio e varo già appaltata ad una ditta locale. Il coordinamento – si è evinto nell’incontro- nei prossimi giorni intensificherà la lotta con presidi e manifestazioni pubbliche al fine di bloccare questa nefasta svendita del porto e dell'intero territorio». Coordinamento “Salviamo il porto di Corigliano Calabro”, come si è evinto nell’ultimo incontro, che passerà dunque ad una fase più esecutiva: «A questa mancanza di trasparenza delle istituzioni il coordinamento si opporrà con tutte le sue forze con l'aiuto e la partecipazione di sempre più cittadini contro questo progetto di industria metalmeccanica pesante. Progetto che ripetiamo andrebbe ad annientare la pesca e il lavoro dei pescatori, il turismo, in questi anni in fase di ascesa, e tutti i progetti già in itinere. L’arroganza e il mutismo sul tema di tutti i politici, di qualsiasi schieramento, a livello locale, regionale nonché dei rappresentanti nazionali, sindacati compresi sarà denunciato in tutte le sedi. L'approvazione di questo progetto che sembrerebbe in dirittura di arrivo viene considerato una mannaia in primis sulla città di Corigliano Rossano, di Schiavonea in particolare e di tutto il comprensorio. Infine, il Coordinamento vorrebbe capire finalmente dov'è finita l’anima e lo spirito ambientalistico del sindaco Stasi che nel 2014-2015 scendeva in piazza in nome del territorio e proprio a difesa del porto. Sindaco che in quanto massima carica della città dovrà valutare nella fattispecie il progetto per opporsi con l'intero Consiglio comunale per non permettere alla Baker Hughes di accaparrarsi gratuitamente e di devastare e stravolgere il nostro territorio». Frattanto, dopo i numerosi incontri del coordinamento, compreso quello con lo stesso sindaco, il passaggio presso il consiglio comunale, sono stati invitati sull’argomento anche altri primi cittadini dell’intera fascia jonica cosentina e rappresentanti di categoria. In cantiere sembrerebbe esserci un coinvolgimento di più anime e un allargamento della protesta nonché i presidi già annunciati.