di Cristian Fiorentino
Domenica scorsa, 12 novembre, a Betlemme, dinanzi alla basilica della “Natività”, si sono radunati centinaia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, di fede musulmana, ebrea e cristiana, appartenenti alle scuole della “Custodia di Terra Santa”, per far udire a tutto il mondo, il loro energico ed emozionante messaggio di pace.
A darne notizia l’ambasciatrice Adriana Grispo “Colors for Peace” Calabria, in costante contatto col docente di italiano Milad Fatouleh, sull’evolversi della delicata situazione tra Israele e Palestina. Spronata dalle parole e gli appelli del Santo Padre, Papa Francesco, l’ampia comunità, formata soprattutto da giovanissimi, costituisce ad oggi un grande esempio e una speranza per tutti.
Incontro svoltosi alla presenza del sindaco di Betlemme Hanna Hanania, il vice-parroco e preside della scuola della “Custodia di Terra Santa”, sede di Betlemme, Giorgio Haddad, il responsabile dell'educazione Jaber e la responsabile dell'ufficio protocollo del presidente della Palestina, Mahmud Abbās (Abū Māzen), Rana Melhem, nonché dei rappresentanti delle chiese ortodosse e armene. «Risuonate da questo luogo Santo- ha spiegato Adriana Grispo- in lingua italiana, studiata in queste scuole dirette dalla comunità dei Frati francescani, parole di fratellanza, dialogo, riconciliazione, coraggio nel perseguire un cammino di Pace in questa terra martoriata, proprio nel periodo dell'anno che precede il Natale. Protagonisti gli stessi alunni e studenti che hanno realizzato i disegni sulla Pace per l’associazione “Colors for Peace”, all’interno del programma, generato dal campo di internamento “Ferramonti di Tarsia”, “Calabria Terra di Pace e Fratellanza”. Lavori che saranno visibili attraverso una mostra internazionale grazie agli stessi bambini e giovani che parteciperanno al Progetto “Il Sole Ri-sorge a Gerusalemme”, promosso, all’interno dello stesso progetto dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati. Possano- ha concluso l’ambasciatrice Colors for Peace A. Grispo- queste immagini, che ci giungono grazie a Milad Fatouleh, insegnante di italiano, trasmettere speranza per una pace possibile, affinché cessino morte e sofferenza e si traccino e si affermino ponti per scongiurare il definitivo naufragio dell'umanità».
Da Gerusalemme, negli altri due raduni per la Pace del 4 e 9 novembre, Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, ha invece fotografato così l’attuale momento: «I bambini della Terra Santa reclamano la pace perché soffrono il male di una guerra che non vogliono e di cui non sono la causa. In futuro, in una società ardua come quella mediorientale, dovranno essere persone che fanno nella propria vita anche la scelta della pace. Chiedo e prego con loro perché loro stessi sono le prime vittime di questo orrore e perché anche chi non sarà colpito fisicamente, porterà negli occhi, nel cuore e nell’anima un trauma indelebile. Sarà Dio ad ascoltare il loro grido e la loro preghiera». Il Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, gli ha fatto eco ha accompagnato la preghiera spronando i giovanissimi ad avere speranza nella pace: «Essere qui esprime una rotta chiara: vivere questo tempo uniti come comunità. Bando alle altre e piccole incomprensioni perché come cristiani e credenti e sappiamo che Dio ha qualcosa da dire alla nostra vita. Il nostro Dio ha il volto di Gesù e da Lui dobbiamo ripartire. Sono tanti gli interrogativi a cui non sappiamo replicare, ma confidare nella Sua presenza è un conforto. Forse non è il sollievo che desidereremmo, ma sappiamo bene che non siamo soli. Insieme noi diciamo sì a Gesù. I nostri cuori sono appesantiti e non comprendiamo. Aiutaci a riporre le nostre preghiere e i nostri desideri nelle tue mani. La piccola comunità cristiana di Gaza sta attraversando un periodo tremendo. Tanti di loro hanno perso tutto e ogni giorno vivono nuove difficoltà. E quotidianamente al dilemma se partire o meno scelgono di restare perché credono in Dio. Gesù- ha concluso il cardinale Pierbattista Pizzaballa- ci sosterrà, Gesù non ci lascia mai».