di Cristian Fiorentino
Successo e condivisione per il seminario formativo, tenutosi giovedì 26 ottobre allo scalo di Corigliano presso il “Centro d’Eccellenza”, dal tema “Il Femminicidio in Italia: prevenzione e protezione delle Donne vittime di violenza”.
Evento, patrocinato da comune e ordine degli avvocati, e predisposto dall’associazione “Mondiversi”, cooperativa “Sinergie”, ass. “Mondi Donna” e regione Calabria in collaborazione con “Centro Antiviolenza Fabiana”, “Casa Rifugio Mondiversi” e “Casa Rifugio Libere Donne”. Nutrita la partecipazione degli addetti operanti nell’ambito della protezione e contrasto alla violenza femminile, che hanno esposto gli specifici rapporti. Seminario valido anche come accreditamento formativo per assistenti sociali e avvocati. Rispettato il programma della manifestazione che, dopo la registrazione dei partecipanti, ha visto i saluti istituzionali esposti dal maresciallo Mascia Elena del comando stazione dei carabinieri di Corigliano, dal presidente della III commissione regionale sanità, attività sociali, culturali e formative Pasqualina Straface, dall’assessore alle politiche sociali del comune Alessia Alboresi, dal consigliere dell’ordine professionale degli assistenti sociali della Calabria Sergio Pascuzzo, dal presidente dell’ordine avvocati del foro di Castrovillari Nicoletta Bauleo, di Mario Giovanni Amica presidente “Sinergie” ass. coorganizzatrice dell’evento. In seguito, è stato il turno del presidente dell’ass. “Mondiversi Ets”, Antonio Gioiello, che ha commentato i dati di ricerca, la divulgazione e le peculiarità del femminicidio in ambito nazionale. Decisivo e dettagliato l’intervento di approfondimento dell’avvocato Raffaella Accroglianò sulle nuove norme della riforma “Cartabia” sul fronte penale, processuale civilistico tra divieto di mediazione familiare e poteri istruttori deformalizzati del giudice civile. « Nei casi di violenza contro le donne- ha spiegato- esiste una corsia preferenziale nel procedimento civile laddove ci sia traccia (non solo con allegazioni), di violenza, assenza dell'obbligo di comparizione (ovvero comparizione anche da remoto), istruttoria sommaria del giudice civile, anche per emettere ordini di protezione, coordinamento tra giudice civile e giudice penale con trasmissione di atti non coperti dal segreto istruttorio, divieto di mediazione familiare e tante, tante altre novità che pongono al centro la persona offesa dal reato di violenza e non solo fisica». Efficace e a tutto tondo anche l’esposizione della dirigente dell’ufficio di piano in ambito territoriale sociale di Corigliano-Rossano, Tina De Rosis, sugli interventi in emergenza per le donne vittime di violenza e loro figli e figlie. «In questo settore – ha dichiarato T. De Rosis- è necessario sapere che molte espressioni sono imprevedibili. Oltretutto, sussiste molta falsità nello sviluppare ed esaminare il tema perché molte volte i veri violenti son nascosti. Ecco perché sono basilari sensibilizzazione e precauzione. Da molti anni prosegue spedita la nostra cooperazione con Mondiversi: già prima che si manifestasse come fenomeno diffuso nella coscienza dell’opinione pubblica italiana. Associazione che ha avviato e fatto prosperare, attraverso una vivida formazione, meccanismi vitali per sorregge questo delicato mondo delle donne. Tra le priorità resta in primis la potestà delle figlie e figli che, purtroppo spesso, patiscono e presenziano alle brutalità. In tante circostanze, inoltre, scopriamo che i soggetti interessati non hanno dipendenze o altri problemi psicologici, essendo compresi nel ventaglio della normalità. Come nel gioco shanghai- ha proseguito T. De Rosis- c’ è bisogno del massimo piglio in termini di pazienza, impegno e tatto nelle singole fasi. I bastoncini che stanno in basso, ricoperti dalle altre astine, sono le donne e i figli che patiscono. Per toglierli da quella condizione serve la massima cura ma prima, bisogna rimuovere gli intralci che gravano e per riuscirsi c’è bisogno di molta responsabilità e applicazione. È necessario – ha concluso la dirigente T. De Rosis- conformare le convenzioni alle varie situazioni per far comprendere alle vittime che l’assistenza e protezione sono reali». Tina De Rosis, inoltre, ha deliziato i presenti anche con una poesia dedicata proprio ai bambini suscitando diverse emozioni. Nella relazione dell’assistente sociale e responsabile “Casa Rifugio Libere Donne”, Barbara Lavorato, si sono appressi l’atto integrato in urgenza ed il protocollo “Viola” attraverso le linee guida di intervento. «Il cammino nel suo complesso è difficile e l’attimo più complicato è certamente quello dell’emergenza. Provvedimento che si genera nel momento in cui la donna, causa il travalicare dell’ennesimo evento, stabilisce di separarsi dal compagno o marito. In genere la vittima si orienta alle forze dell’ordine o agli assistenti sociali quando percepisce il rischio della vita per sé e i suoi figli. Basti pensare che è così alta la paura che spesso scappano senza documenti, senza effetti personali o altro chiedendo protezione nelle caserme. Frante arduo perché l’avvenire diventa in quell’istante un rebus. Ma allo stesso tempo si insinua anche la eventualità di tornare a casa. Da parte nostra c’è tutto il supporto e il sostegno sia sul fronte psicologico sia, nonostante l’angoscia, sulla visione di riedificare il futuro e riordinare la vita. In tale contesto anche gli intralci amministrativi, tra equivoci e indecisioni, fanno lievitare possibili cambiamenti di idea». In seguito, vi è stata anche l'esposizione dell’esperienza del pronto intervento sociale dell’assistente e responsabile della coop. “Sinergie” Mariangela Lento. E dopo il libero dibattito e i lavori di gruppo, nel pomeriggio, vi è stata la plenaria con confronto sugli elaborati delle varie squadre e la conclusione delle attività del considerevole programma.