Domani venerdì 7 luglio con il “Sacro novenario” prendono il via le celebrazioni religiose in onore della Madonna del Carmine. Madonna particolarmente venerata a Corigliano sin dal XIII° secolo. A causa dell’ormai trentennale chiusura al culto della chiesa dedicata alla Vergine in prossimità del ponte Margherita, le celebrazioni, come sempre, si terranno presso la chiesa di Sant’Antonio a Corigliano Centro.

Il “novenario” a partire dalle ore 7.45 si terrà fino al prossimo 15 luglio. Poi per i giorni del 15 e 16 luglio, i giorni della solenne festività, il programma religioso è abbastanza ricco. Per giorno 15 a partire dalle ore 21.30 raduno presso la chiesa di Sant’Antonio per poi dare vita alla processione con la statua della Madonna fino alla zona denominata “Pignatari”. Accoglienza della Madonna presso “Ponte Margherita” – Benedizione dei giardini- Preghiera di intercessione per le attività agricole. Alle 22.30 S. Messa della vigilia sullo spiazzale della chiesa del Carmine, ore 23.30 serenata alla Madonna a cura dei Fratelli Almaviva, seguirà lo spettacolo pirotecnico. A mezzanotte fiaccolata verso la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio con supplica alla Madonna del Carmine. Alle 00.30 adorazione eucaristica continua animata e poi per la mattina del 16 luglio sono in programma le seguenti sante Messe: ore 6.00, 7.30, 9.00, 10.30 e ore 19.00. Dalle 6.00 in poi in chiesa sarà presente un sacerdote per le confessioni. Don Gaetano Federico parroco della chiesa di Sant’Antonio per la circostanza ha voluto diffondere a tutti i fedeli il seguente messaggio: Carissimi fratelli e sorelle, in ogni luogo dove si è diffuso il cristianesimo la spiritualità mariana ha trovato immagini consone al tessuto sociale; si è creata una giusta inculturazione religiosa. Papa Francesco ha detto che “la devozione a Maria non è galateo spirituale, è un'esigenza della vita cristiana”. Il Pontefice ribadisce che Maria è, anzitutto, «la mamma di tutti» e come tale si comporta: «ascolta i suoi figli, decide agisce, insegna la libertà, aiuta a crescere». Per  ogni cristiano che si definisce tale non può mancare l'amore per Maria che diventa tenerezza, intimità, amore per la mamma del cielo. La comunità coriglianese, grazie all'insediamento dei padri carmelitani (XIII sec.), ha avuto una particolare venerazione per la Madonna del Carmelo. Non a caso i cittadini ausonici la proclamarono prima patrona della città. La devozione che continua nel tempo, soprattutto per la celeste protezione sulle terre coltivate, sugli agrumi, insegna a tutti noi come la Madre non abbandona mai i suoi figli nel bisogno. Quest'anno durante la novena vogliamo dare particolare risalto a questo rapporto; ci soffermeremo su Maria, celeste protettrice dei naviganti, affinchè solleciti i cuori di tutti allo spirito della prima accoglienza verso chi fugge dalla propria terra a causa di guerre, carestie e altri disordini  morali. Per ultimo affideremo l’Ucraina all’intercessione della B.V. Maria; siamo tutti interpellati nella ricerca della pace, dono supremo per l'umanità. In conclusione propongo una preghiera per affidare i nostri cuori alla “Decor Carmeli”: “O Vergine Maria, Madre e Regina del Carmelo, ti benediciamo e ti ringraziamo, perché ci hai manifestato il tuo amore e ci hai rivestito del tuo santo abito in segno della tua protezione. Potremmo forse non onorarti come ogni anno, non venendo in processione verso la tua antica dimora? Il nostro desiderio è “abitare” la tua antica casa alle pendici dell’amata Corigliano, senza permettere che qualcuno ce lo impedisca. Assistici nel cammino della vita, conservaci fedeli nel tuo servizio, donaci ogni grazia che ci aiuti a vivere la nostra vocazione cristiana secondo il nostro particolare stato di vita. Soprattutto, Vergine Maria, ottienici dal Padre celeste di crescere nella carità divina per raggiungere un giorno la vita eterna. Amen. Buona festa!” La festa liturgica della Madonna del Carmelo fu istituita per commemorare l’apparizione il 16 luglio 1251 a san Simone Stock, all’epoca priore generale dell’Ordine carmelitano, durante la quale la Madonna gli consegnò uno scapolare (dal latino scapula, spalla) in tessuto, rivelandogli notevoli privilegi connessi al suo culto. Nel Primo Libro dei Re dell’Antico Testamento si racconta che il profeta Elia, che raccolse una comunità di uomini proprio sul monte Carmelo (in aramaico “giardino”), operò in difesa della purezza della fede in Dio, vincendo una sfida contro i sacerdoti del dio Baal. Qui, in seguito, si stabilirono delle comunità monastiche cristiane. I crociati, nell’XI secolo, trovarono in questo luogo dei religiosi, probabilmente di rito maronita, che si definivano eredi dei discepoli del profeta Elia e seguivano la regola di san Basilio. Nel 1154 circa si ritirò sul monte il nobile francese Bertoldo, giunto in Palestina con il cugino Aimerio di Limoges, patriarca di Antiochia, e venne deciso di riunire gli eremiti a vita cenobitica. I religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine e presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo. Il Carmelo acquisì, in tal modo, i suoi due elementi caratterizzanti: il riferimento ad Elia ed il legame a Maria Santissima. Il Monte Carmelo, dove secondo la tradizione afferma che qui la sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa, che si trova nell’Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele e che si sviluppa in direzione nordovest-sudest da Haifa a Jenin. Fra il 1207 e il 1209, il patriarca latino di Gerusalemme (che allora aveva sede a San Giovanni d’Acri), Alberto di Vercelli, redasse per gli eremiti del Monte Carmelo i primi statuti (la cosiddetta regola primitiva o formula vitae). I Carmelitani non hanno mai riconosciuto a nessuno il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello che vedeva nel profeta Elia uno dei padri della vita monastica. La regola, che prescriveva veglie notturne, digiuno, astinenza rigorosi, la pratica della povertà e del silenzio, venne approvata il 30 gennaio 1226 da papa Onorio III con la bolla Ut vivendi normam. A causa delle incursioni dei saraceni, intorno al 1235, i frati dovettero abbandonare l’Oriente per stabilirsi in Europa e il loro primo convento trovò dimora a Messina, in località Ritiro. Le notizie sulla vita di san Simone Stock (Aylesford, 1165 circa – Bordeaux, 16 maggio 1265) sono scarse. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, maturò la decisione di entrare fra i Carmelitani e, completati gli studi a Roma, venne ordinato sacerdote. Intorno al 1247, quando aveva già 82 anni, venne scelto come sesto priore generale dell’Ordine. Si adoperò per riformare la regola dei Carmelitani, facendone un ordine mendicante: papa Innocenzo IV, nel 1251, approvò la nuova regola e garantì all’Ordine anche la particolare protezione da parte della Santa Sede. Proprio a san Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo e compose per Lei un bellissimo inno, il Flos Carmeli, la Madonna assicurò che a quanti si fossero spenti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo». La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta.

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