I tirocinanti di Corigliano e Rossano che da anni prestano servizio presso il Comune hanno scritto nei giorni scorsi ad alcune Autorità nazionali, tra le quali il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, una lettera attraverso la quale segnalano la loro precaria e difficile condizione lavorativa che si protrae ormai da 10 anni e che riguarda oltre 7000 persone. Questo è il testo della lettera.

Ill.mo Presidente del Consiglio
Mario Draghi
Ill.mo Ministro del Lavoro
Andrea Orlando
Ill.ma Ministro per il Sud
Mara Carfagna
Ill.ma Sottosegretario di Stato per il Sud
Dalila Nesci

Sono settemila i tirocinanti calabresi che prestano servizio da più di dieci anni presso Enti pubblici, privati e Ministeri (Giustizia, Miur e Mibact) che pur svolgendo un'attività essenziale, rimangono lavoratori fantasma, senza una prospettiva futura di regolarizzazione. A questo gruppo apparteniamo noi, cento tirocinanti di Corigliano-Rossano, (terza città più grande della Calabria nata dalla fusione di Corigliano e Rossano). Il nostro comune è l'ente che ci ospita, siamo lavoratori che hanno perso il lavoro, entrati prima nelle politiche passive (mobilita' in deroga fino a luglio 2014), trasferiti poi nelle politiche attive del lavoro, tirocini il cui obiettivo principale è finalizzato al reinserimento del disoccupato nel mondo del lavoro. La nostra attività , quattro ore al giorno per cinque giorni, è indispensabile in quanto serve a coprire la carenza di personale nei vari settori in cui operiamo. Siamo lavoratori, ma a differenza degli altri a noi non spetta nessuna garanzia, molti di noi sono madri e padri di famiglia, tanti ultra cinquantenni appartenenti a nuclei che vivono con questo rimborso spese di 500 euro mensili accreditate sul conto bancario ogni bimestre. Finora siamo stati manodopera a basso costo, da utilizzare a piacimento; per i politici che si sono succeduti, siamo diventati un bacino di voti facili da ottenere, persone da convincere e da gestire facendo false promesse di stabilizzazione. In poche parole siamo lavoratori in nero, legalizzati da un sistema che prima ci crea e poi ci distrugge, serviamo solo a giustificare i fondi investiti. In tutti questi anni i vari governi regionali e nazionali non sono stati capaci di restituirci la vera dignità di lavoratori. Nonostante l'Italia stia vivendo uno dei periodi più bui dell'ultimo dopoguerra, abbiamo notato che il vento sta cambiando, il nuovo governo sta concentrando la propria attenzione verso il meridione della nostra nazione. Noi calabresi che siamo nati e viviamo in questa terra meravigliosa che molti definiscono incapace di migliorare, vogliamo continuare a restarci insieme ai nostri figli con l'auspicio che possano realizzare qui il sogno di una vita gratificante. L'intento che ci ha spinto a scrivere queste poche righe è quello di far sentire la nostra voce e portare a conoscenza del governo da Voi rappresentato che la nostra problematica, dopo tanti anni di sacrifici, di lotte, di negazione dei diritti è  tutt'ora irrisolta. Oggi il Governo Nazionale e la Regione Calabria hanno un'occasione unica, attraverso i mezzi finanziari del Recovery Plan, per darci una contrattualizzazione vera e propria. Questa volte crediamo che, grazie alle Vostre capacità e alla Vostra sensibilità, concretamente, ciò possa avvenire e realizzarsi.

I tirocinanti di Corigliano-Rossano

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