La situazione della sanità del nostro territorio è tale da costituire una vera e propria EMERGENZA, e deve essere affrontata in modo adeguato e con cognizione di causa, approfondendo le ragioni delle carenze, delle disfunzioni e della stessa cattiva organizzazione.
Conoscenze e competenze che avrebbero dovuto indurre il primo cittadino a sentire e raccogliere tutti gli elementi utili per avere un quadro più esatto possibile della situazione, prima di andare al’incontro col commissario Cotticelli. L’incontro tanto importante quanto utile può avere maggiore esito positivo se non sarà solo per chiedere a che punto è la costruzione del nuovo ospedale o perché non funzionano i servizi sanitari ospedalieri. Ma con idee chiare di quale sia esattamente la <situazione> e del perché di tale <condizione>, quali siano le < cause> di tanto degrado e come dover agire, quali misure prendere per rendere almeno accettabile il servizio sanitario pubblico. La prima cosa che il sindaco di Corigliano-Rossano avrebbe dovuto fare è chiedere al Presidente del Consiglio Comunale la convocazione dell’Assise, innanzitutto, perché Istituzione di massima espressione della rappresentatività della nostra comunità, poi per sentire le opinioni dei consiglieri comunali e di chi, avendone le competenze, avrebbe potuto dare un contributo in ordine alle specifiche cause del cattivo funzionamento del servizio sanitario nel nostro territorio. Questo era un necessario e importante passaggio politico! Inoltre il sindaco avrebbe dovuto, anche come richiesto da associazioni che si occupano di sanità, costituire un tavolo tecnico-politico, con la partecipazione degli operatori sanitari che, in quanto vivono direttamente la condizione in cui versa il nostro servizio sanitario, sono portatori di conoscenze ed hanno le competenze per dare un sostanziale contributo. Iniziative necessarie ed utili per consentire allo stesso sindaco di avere una migliore conoscenza dello <stato della situazione> e meglio attrezzato per affrontare la discussione col commissario Cotticelli! La sanità non è un affare solo politico, qualsiasi politico ci abbia messo mano ha incontrato difficoltà, perché la sanità con i suoi problemi è materia di conoscenza per chi la vive, per chi ci opera e per chi ha visto i cambiamenti durante gli anni. Pertanto bisogna chiarire alcuni aspetti e alcuni nodi focali che hanno incancrenito la nostra sanità. Alcuni dei punti nodali sono: il degrado dei reparti: se da una parte l'accorpamento degli ospedali può essere una buona cosa, perché è statisticamente provato che più un reparto lavora, più c'è esperienza, più è dotato di mezzi, più offre buona sanità, questo deve essere però accompagnato da un adeguamento del personale e, cosa ancora più importante, occorre un controllo del personale per qualità di intervento. I primari una volta venivano selezionati con concorsi Nazionali e quindi per meritocrazia che consentiva allo stesso di avere l’autorevolezza e il rispetto del suo reparto, gestendo i turni con buon funzionamento del reparto, controllava la pulizia del reparto, laddove un assistente era carente interveniva in prima persona, e teneva le fila di tutto ciò che dipendeva da lui; se c'erano richieste di malattie fittizie mandava la visita fiscale a casa; gli infermieri la mattina venivano istruiti sull'andamento della giornata con le proprie responsabilità. Oggi gli incarichi sono solo ed spesso di natura politica, falsando completamente il ruolo e la forza degli operatori, che sono ricattabili, non adeguati ai posto assegnati, incapaci dal punto di visto organizzativo. I controlli che per legge si dovrebbero fare ogni 5 anni, per valutare le capacità, non si eseguono. Liste di attesa: l'aumento delle liste di attesa ha varie cause. Aumento della richiesta per maggiore specificità della diagnostica. Aumento di strutture private con budget stratosferici, creando copie del servizio ospedaliero nel privato. Mancanza di controllo dell'extramenia : è prassi ormai che in ospedale ci sono liste di attesa lunghe, ma per la stessa prestazione lo stesso professionista fuori dalla sanità pubblica la può fare subito. Cosa fare: occorrerebbe stabilire quanti esami si possono realmente in un giorno in ospedale, quante visite, in base al numero e all'orario di ogni medico, pervenendo al numero ottimale di prestazioni giornaliere. Il pronto soccorso intasato: se si rimettessero tutti gli operatori che dal pronto soccorso e dal 118 sono stati trasferiti negli uffici, la carenza sarebbe almeno in parte colmata. Occorre dare spazio e funzionalità alla medicina territoriale : istituire un protocollo con i medici e i pediatri di base, per creare un ambulatorio in ospedale nei giorni festivi e prefestivi per evitare l’affollamento del pronto soccorso con i codici bianchi. Chiaramente tutto questo ha come prima necessità le assunzioni. Altro aspetto non meno importante è lo sperpero di denaro pubblico per affitti di strutture: centinaia di migliaia di euro all'anno, quando si potrebbero acquistare gl immobili e creare anche un patrimonio dell'Asp. Il commissariamento ha determinato un aumento della spesa sanitaria contrariamente a quanto il Governo si era prefissato. La sanità è diventata più una questione finanziaria, che un servizio per la salute dei cittadini. Il sindaco, poi, non deve aspettare l’incontro col commissario per discutere del nuovo ospedale, ma deve svolgere una pressione politica continua. Sul nuovo ospedale risulta che il sindaco Stasi non si è mai fatto sentire, a differenza di altri amministratori interessati alla costruzione di altri ospedali in Calabria! Riteniamo che al di là degli annunci mediatici, l’incontro tra il sindaco e il commissario alla sanità Cotticelli rischia di essere l’ennesima occasione persa. La questione sanità è la prioritaria emergenza nel nostro territorio e occorre che alla stessa si dia la massima attenzione, si ascolti la voce delle competenze e delle conoscenze specifiche, per poterne discutere alla pari con chi oggi gestisce la nostra sanità.
Pd Corigliano-Rossano