Cari amici, ogni domenica vi scrivo con grande gioia e gratitudine per il percorso che stiamo compiendo, nell'ascolto della parola del Signore e nella condivisione reciproca. Spero che in futuro possiamo continuare a crescere insieme in questo cammino di fede.
Grazie Vi lascio qui sotto una breve riflessione sul Vangelo di questa domenica:
Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
Gv 6, 41-51
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Chiara d’Assisi morì nel giorno memoriale di san Lorenzo e, secondo l’uso ecclesiale, la memoria di lei fu fissata il giorno seguente. I due santi vissero a un millennio di distanza, e Chiara ha celebrato ogni anno della sua vita l’indimenticabile santo romano. Il Signore Gesù le ha incendiato il cuore, Francesco l’ha aiutata a orientare il fuoco e poi la liturgia l’ha plasmata, anche narrando le gesta dei santi. Cosa può aver colto Chiara della testimonianza di Lorenzo? Due spunti: l’istanza forte di attenzione ai poveri, che segnò la sua vita fin dai primi passi, e l’aspirazione al martirio. Sappiamo infatti che coltivò un desiderio bruciante di andare fra i Saraceni per subire il martirio, tanto che sora Cecilia, spaventata da quel proposito, scoppiò in lacrime. Che il Signore vi benedica.