di Rosella Librandi Tavernise

Dal 23 al 29 Giugno in Sardegna, Sicilia e Calabria, durante il ciclo delle feste in  onore di San Giovanni Battista, si svolgono e si concludono caratteristici riti  popolari, di origine agreste, aventi carattere di purificazione e di propiziazione;  in Calabria era in uso (o lo è tuttora) farsi comari e compari con il ramaglietto, cioè mediante lo scambio di piante, ramoscelli e fiori seguendo significative  cerimonie ispirate al concetto che tra l'uomo e le piante possa stabilirsi una  simbiosi fecondatrice e rinnovatrice di energie.

Inoltre, in tutti i paesi europei, dalla Scandinavia alla Grecia, si svolgono vari riti popolari legati al culto solare e alla terra feconda; nell'antica Roma si  festeggiavano gli dei agresti perché, grazie alla loro protezione, l'estate tornava  con abbondanti frutti. Il Cristianesimo ha mantenuto i riti pagani dando loro, però, significati spirituali  e a San Giovanni Battista, nato già Santo il 24 Giugno, proprio all’inizio  dell’estate, ha attribuito i caratteri delle divinità pagane (riscontrabili nei riti  agrari della sua festa) eleggendolo protettore delle attività agricole; per questo, nell'antica iconografia, il Battista è raffigurato come una divinità agreste fra  tronchi e rami spezzati e rigermogliati: i rami recisi rigermogliano (vedi la  potatura), si rinnovano, si rafforzano, quindi il sacro rito del comparatico con il  ramaglietto (piccolo fascio di rami recisi, da “ramaglia”), in uso in Calabria,  assume il significato metaforico di risveglio dello spirito, di rinnovamento. Qui,  gli albanesi, venuti a conoscenza del significativo rito, hanno recepito male, evidentemente, la parola ramaglietto trasformandola in “rambalèt”; ma tale rito,  che consolida le amicizie, è piaciuto tanto da essere da loro adottato per cui, a  Vaccarizzo Albanese (CS), due amiche confermavano la loro amicizia il 24 e il 29  Giugno con l’invio scambievole del ramaglietto, ancora in uso in paese negli anni  '50 del secolo scorso. Pertanto, il 24 Giugno, festa di San Giovanni Battista, una  delle due amiche inviava all’altra “rambalètin” consistente in un mazzolino di fiori  ed erbe odorose unitamente a dei piccoli doni ben presentati, posti in un cestino o su un vassoio (spaza) ornati con una bella tovaglietta ricamata. L’amica, in segno di gradimento e compiacimento per il dono e il messaggio ricevuto, lo  ricambiava il 29 Giugno, giorno di San Pietro che segna la conclusione del ciclo  delle feste di San Giovanni Battista: da quel momento, le due amiche si  sentivano legate nel comparatico di San Giovanni e si dicevano “ndrìkulla me  rambalètin”.

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Nota: nei nostri paesi il comparatico di Battesimo, che apparenta il padrino e la  madrina al figlioccio e ai suoi genitori, è considerato un legame sacro che va protetto e custodito, pertanto non lo si deve incrinare o spezzare con litigi o  acrimonie di alcun genere e, in nome del Battista, i compari si dicono “shiniani”  in lingua arbëreshë e “sangiuani” in dialetto calabrese.

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