di Francesco Caputo
Entrano nel vivo i festeggiamenti religiosi e civili in onore di San Francesco di Paola, il santo caro alla devozione dei coriglianesi, che ogni anno, lo ricordano, per aver “protetto” la Città nel terribile terremoto del 1836.
Un momento importante di preghiera e spiritualità per il nostro territorio, per chiedere l’intercessione di san Francesco, a poco meno di un mese dalle elezioni amministrative della “nuova” Città di Corigliano Rossano. C’è solo da ringraziare i Padri Minimi, il Comitato festa, le Associazioni, i Benefattori e quanti danno il loro contributo per l’organizzazione della festa. E’ facile stare dietro una tastiera e criticare, accusare, addirittura parlare di una “festa morta” . Dato che il 25 aprile, quest’anno, cade nell’ottava di Pasqua, la festa è stata spostata al 1 maggio, giorno che per altro, ricorda la canonizzazione di Francesco (500 anni). Non esistono altri motivi, sappiate bene “cari” amici che avete san Francesco sulla bocca ma lontano dal cuore. Francesco appartiene a tutti, anzi, il suo messaggio dovrebbe essere imitato, quotidianamente, la Carità quella vera, autentica, intesa come amore di Dio e amore dell’uomo. Che San Francesco di Paola compagno di viaggio, nel “tempestoso” mare della vita, ci sproni, ancora una volta, ad essere uomini e donne liberi, coraggiosi, autentici testimoni della “Charitas”. Evviva San Francesco, ebbiva ru Viecchji.