Corigliano Rossano, 24/07/2018 - La nota diffusa stamattina dal Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, segnala ancora una volta un caso di estrema delicatezza: quello del bambino ferito a Seminara in un agguato di ndrangheta e di cui, come sottolinea il Garante "non doveva trapelare alcun elemento di riconoscibilità" anche perché "non è questione soltanto di leggi e codici deontologici, ma di esposizione del piccolo a rischi incalcolabili, derivanti dall'essere stato sul posto al momento dell'agguato mortale".

La nota del Garante evidenzia una serie di comportamenti, posti in essere anche da esponenti delle Istituzioni e della politica, che confliggono in maniera clamorosa con gli obblighi di salvaguardia a tutti i costi della integrità fisica e morale di ciascun minore. E segnala anche comportamenti "leggeri" di alcune testate giornalistiche che, senza tenere nel debito conto gli obblighi deontologici dei giornalisti, hanno pubblicato elementi che potrebbero portare alla riconoscibilità del bambino in questione e, di conseguenza, alla sua esposizione anche a rischi importanti considerato il contesto criminale in cui la vicenda si è sviluppata.

L'Ordine dei Giornalisti della Calabria, nel ricordare a tutti i colleghi che, tra gli obblighi fissati dal nostro codice deontologico, quello relativo alla salvaguardia ed al rispetto dei minori assume da sempre, se possibile, significati ancora più pregnanti, invita i giornalisti calabresi ad un impegno sempre più preciso, responsabile e severo su questo tema. La tutela dei minori, infatti, è obbligo cui non si può e non si deve mai derogare e può portare, quanti a tale obbligo con colpevole leggerezza non si uniformano, a doverne poi rispondere in sede disciplinare davanti al Collegio Territoriale di Disciplina.

La nota del Garante è l'ennesimo, ragionato richiamo ad una "maggiore e costante attenzione" su un tema di particolare rilievo sociale. I giornalisti calabresi devono dare prova di grande responsabilità e maturità oltre che di correttezza e rispetto delle norme di legge e delle regole deontologiche

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