Fonte: Testimone Consapevole - Il Serratore pp. 99 e 100
Titolo di oggi: La scomparsa di Carmine De Luca - Pubblicato su Il Serratore n. 50 del febbraio 1998
La prematura scomparsa di Carmine De Luca lascia in tutti un senso di vuoto. La nostra città perde uno dei figli migliori, un intellettuale di prestigio che aveva saputo affermarsi grazie alle sue doti culturali ed umane in un ambiente letterario difficile come quello romano.
In questo numero della rivista riportiamo nelle pagine seguenti alcune testimonianze di quanti lo conobbero. In esse viene sottolineato il suo impegno come scrittore, giornalista, studioso di letteratura per l'infanzia. Io vorrei ricordarlo per i suoi rapporti con il Serratore. Non ci vedevamo spesso, in media una volta all'anno. Ci incontravamo alla "Grande Festa di via Roma'', una manifestazione cui, se possibile, non voleva mancare. Noi con la nostra "bancarella" del Serratore, lui alla ricerca di vecchi mestieri e tradizioni. Ma, tramite premuroso il fratello Micuccio De Luca, eravamo sempre puntualmente informati della sua attività. Ovviamente, quando decise di affidare al Serratore i suoi ricordi dei "giochi di una volta", i contatti si infittirono. La rivista gli era sempre piaciuta. Dopo l'uscita dei primi due numeri ci aveva scritto una lunga ed affettuosa lettera, dicendosi entusiasta dell’impostazione generale ed incoraggiandoci a non aver paura della nostalgia, se questa poteva significare "anche sana ed intelligente ricerca delle proprie radici e tentativo di ripristino di una memoria storica sempre più labile e sfilacciata". Coglieva bene il senso di quello che voleva essere il Serratore. E con questo spirito ha poi voluto pubblicare i suoi "pezzi", dedicati ai giochi che lo avevano intensamente accompagnato durante l'infanzia e l'adolescenza. Spiegava, con l'autorità dello studioso e il divertito distacco di chi ormai sa trovare per essi riferimenti colti e citazioni adatte, il "battimuro" e la stoppa, il "nascondino" e il "carburo", "u mollo". Ma spesso dal racconto affioravano i ricordi di un tempo in cui si giocava soprattutto all'aperto, nelle calde giornate di sole come nei rigidi pomeriggi invernali, sempre con i calzoni corti, secondo "un costume familiare che non si curava dei possibili effetti delle temperature fredde". Ma non importava. Nella verde periferia che si dilatava attorno al "Garopoli", i ragazzi di allora potevano concedersi il lusso di correre senza scarpe, godendo del "gradevole contatto dei piedi con l'erba fresca, con il pastoso fango, con la sabbia tiepida". E i giochi sapevano riservare sorprese. Come quando gli capitò, durante una partita a nascondino, di trovarsi "nascosto sotto la cupola formata da un lenzuolo che una giovane promessa sposa ricamava". Con la luce del sole che, filtrando, consentiva "perturbanti visioni". E poi c'erano i raffinati e sottili piaceri della "stoppa", un gioco d'azzardo trasformato, con Enzo, Vittorio e Peppino, in un "rituale al quale senza rammarico si sacrificava qualsiasi altro possibile diversivo". La sua rubrica sul Serratore, non a caso si intitolava "Alla ricerca dei giochi perduti". Un rimando al Proust della ricerca meticolosa di odori, gesti, atmosfere, impressioni a cui era rimasto affezionato e che voleva fermare sulla carta per farne dono a quanti non avevano avuto la fortuna di "assaporarle". E poi ancora affiorava, quasi con pudore, il suo amore per lo studio, per i libri. Se esiste una vita nell'aldilà, Carmine adesso dovrebbe essere circondato da libri. Quei libri che amava e di cui amava parlare e di cui viveva. Gli piaceva progettarne di nuovi, di studiarne formati, caratteri, tipo di carta, rilegatura, illustrazioni. Una volta, con Pino Marasco, lo incontrammo ad una fiera del libro per ragazzi a Bologna. Era un po' stanco, ma felice. Nel "suo" stand degli Editori Riuniti ci accolse con gioia. Parlammo di Corigliano. Dei libri e delle collane che avremmo potuto fare insieme. Dispensava con generosità idee e suggerimenti, gli occhi allegri all'idea di nuove avventure editoriali. Lo ricorderemo sempre così.