Foto tratta dal sito: www.anticabibliotecacoriglianorossano.it 

Titolo di oggi: Le barriere daziarie

Le barriere erano due, una ai Pignatari e l'altra all'altezza dell'attuale imbocco per il Cimitero. Per alcuni decenni furono attive le barre di legno con una campana da buoi all'apice, che diedero spesso l'estro ai "ragazzacci" di ordire dispetti agli agenti del Dazio, spesso sonnolenti nelle loro garitte di legno.

Poi, le barre furono soppresse e le garitte furono fatte in calce e mattoni con una superficie di un metro quadrato. La vigilanza degli Agenti daziari era molto attiva e capillare la sera, al tramonto, per scongiurare le abituali furbizie di incalliti evasori, i quali si inerpicavano a piedi o con l'asino per stretti e ripidi sentieri per non pagare il dazio su olio, vino, cereali , legumi, farina, patate, petrolio, fichi secchi e noci. I "guagniuni" (ragazzini) reclutati ed addestrati da un certo Vincenzo Misisca per aggirare le barriere daziarie, ricevevano un compenso in rapporto ai prodotti "messi in salvo". II Misisca era lo stratega che studiava i percorsi per poi renderli accessibili e possibilmente segreti. Nonostante le ragguardevoli evasioni, il Comune con le barriere riusciva ad impinguare le proprie casse introitando non meno di 40 mila lire all'anno. Era l'entrata maggiore, visto che con le imposte dirette non si riusciva a raggiungere nemmeno la metà di quelle del Dazio. Da qui, l'impegno di esercitare controlli sempre più rigorosi, per cui si pensò, nel 1901,di rendere pan per focaccia reclutando una decina di fannulloni, che durante il giorno oziavano tra le cantine e che la sera venivano impegnate in un servizio di vigilanza antievasione. Questi erano gli "sbirri" che dovevano stanare i "guagniuni", ma spesso si parlò di connivenze tra gatti e topi, specie quando si trattava di far entrare in paese il petrolio in arrivo da Taranto. La vigilanza notturna, per carenza di personale, veniva affidata a dei volontari a forfait, che si chiudevano nelle garitte con una lanterna ad olio. Quando il 7 luglio del .904, il Consiglio Comunale presieduto dal sindaco Pasquale Garetti dovette deliberare la soppressione delle barriere daziarie, per precisa disposizione governativa, gli Amministratori municipali furono presi da una terribile angoscia, proprio perché si doveva garantire almeno una entrata pari all'ultima delle barriere, che era stata di 35 mila lire.  Nel mese di settembre ci fu la rivolta delle donne contro il dazio sulla farina ed i tumulti si protrassero per giorni, sino alle dimissioni del sindaco Garetti, poi sostituito dall'avv. Gaetano Attanasio, al quale spettò l'ingrato compito di riattivare il discorso sulla nuova tassa di famiglia, sempre osteggiata trasversalmente da maggioranza e minoranza in Consiglio Comunale. La crisi finanziaria che si dovette registrare dopo la soppressione delle barriere,  si protrasse sino ad oltre il 1975.

GIUSEPPE FRANZE’

 

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