Fonte: Vocabolario storico etimologico coriglianese - Editore Castriota - pag. 43
accarizzeri (dal cal. ant. ad-caretizare, da "caro"), v. tr., accarezzare, dimostrare affetto.
•'accarmeri (dal lat. *ad-colmare, "colmare", col suff. verbale per l'infinito -eri e abituale mutaz. tra le liquide; manca a Rohlfs, all'Accattatis e a Marzano), v. tr., colmare, ricolmo, riempire fino all'orlo, oltre misura, oltre la colmatura; saziare, mangiare a sazietà, soddisfarsi sino a scoppiare; mi nni steji accarmanni, me ne sto rimpinzando; un z'accarma mei, non si sazia mai; s'ha accarmeti 'i mangeri, chi si è rimpinzato di cibo; s'accarmet'i pisci, mangiare a sazietà pesce; s 'accarmeti 'i risi, sbellicarsi dalle risate; accarmeri 'i mazzi, riempire di botte; accarmeti 'i paleti, riempire di botte qualcuno; m'haji accarmeti 'i suonni, (io) ho fatto una lunga dormita (lett. è "mi devo riempire di sonno").
•2accarmeri (dal gr. kalma col pref. ad e il suff. verbale per l'infinito -eri; manca a Rohlfs, all'Accattatis e a Marzano), v. tr., quietare, far stare tranquillo, calmare, tranquillizzare, rasserenare, ridurre alla calma; convincere; vd. carma.
accaseri (der. dallo sp. casarse, contrarre matrimonio), v. tr., lett. accasarsi, lett. mettere su casa, sposarsi; far sposare un figlio o una figlia; s'accaseti, chi si è sposato; accaseti, accasamienti, matrimonio (lett. è metter su casa); ilcontr. è vd. scaseri.
accasiona (dal fr. ant. achaison che è dal lat. occasiònem, "avvenimento", da castts, "caduta" da cadere), occasione, circostanza, opportunità, situazione accidentale; 'a malaccasiona, cadere, incappare in tentazione che dev'essere sempre sgaviteta e scanzeta (evitata e scansata); pretesto, scusa; ha truveti accasiona p'un biniri, ha trovato la scusa per non venire.
accasuna vd. accasiona.
accassusija (der. dal lat. accidere, "accadere", succedere, con il lat. casus), avv., lett. sta per "così sia", che accada così; locuz. esclamativa usata per voler dire "che accada, che sia qui (il bene)"; accassusija ru bbuoni, qua sia il bene (forma augurale per dire "che accada il bene, che ti accada ogni bene"); cfr. la voce arrassusija vd.
accatarreti (der. dal tardo lat. *ad-catarrare da catarrhum che è dal gr. katarreo, kata, "sotto", "che scorre sotto", stessa radice di catafuorchji), costipato, raffreddato, avere catarro nei bronchi.
accattaturi (stesso etimo di accatteri), compratore.
accatteri (dal fr. ant. acheter che è dal tardo mediev. accaptaro, dal basso lat. ad-captare, *accaptare, rifacimento di acceptare, col suff. verbale per l'infinito -eri), v. tr., comperare, acquistare qualcosa; "accaptato" (Corigliano 1491); accatti, acquisto; accattaccelli, compraglielo; accattativilli, compratevele; t'avija accatteri, dovevi comperartelo; accatta e bbinna, chi compra e vende, commerciante di merci varie; 'i jivimi ar'accatteri, li andavamo a comperare; un zj po accatteri cchjù nenti, si dice quando si vende tutto a prezzo rincarato; 'u bbuon'accatti, la tassa di successione dovuta al fisco; accatteri (fig.) corrompere con doni o promesse; e t'avija accatteti (e te lo avevi comperato), si dice a chi pretende di avere un diritto su qualcosa che non è suo; in senso trasl. partorire; voc. sic. accattari. Dante, nella Divina Commedia conosce questo lemma e scrive: «Men Dio offende e men biasmo accatta>> (Inferno, XI, 84).
accatti (stesso etimo di accatteri vd.), acquisto, compera, affare; acquistare una proprietà; ha fatti accatti, lo ha acquistato, comprato; ha fatti propiji 'nu bbielli accatti, lett. significa aver fatto un bell'acquisto ma locuzione intesa in senso ironico, a mo' di dileggio, per evidenziare di aver fatto un pessimo affare, cioè di aver preso una fregatura. Dante, nella Divina Commedia conosce questo lemma e scrive: «Men Dio offende e men biasmo accatta>> (Inferno, XI, 84).
accavalleri (der. da una forma *ad-cavallare da cavallo), v. tr. montare a cavallo; mettere una cosa l'una sopra l'altra, sovrapporre; più in generale cavalcare sopra qualcosa; accavalli 'a ra mota, a cavallo sulla moto.
acche' (dal lat. ad eccum hac; REW 3965), avv. di luogo, qui, qua, in questo luogo; fino a che; ven 'acchè, vieni qui; acca chi vena, fin che arriva qui.
acchjagheri (dal lat. tardo *ad-plagare da plagam, "ferita"), v. tr., piagare, provocare ferite che diventano piaghe; acchjagheti, piagato, essere ricoperto di numerose piaghe; (fig.) essere afflitto profondamente; sugni acchjagheti, essere tormentato da malanni fisici o da guai morali o economici.