Titolo di oggi: Il Quadrato di Schiavonea

Con la crisi irreversibile della Fiera dì Pendino, in seguito alla fuga degli Ebrei, perseguitati dalla Santa Inquisizione, dopo il 1550 l'interesse fieristico si spostò verso la Marina di Schiavonea, con un radicale cambiamento delle tipologie merceologiche infatti, le due Fiere annuali della Marina privilegiarono, per anni, la compravendita di animali da carne e da trazione.

Quando, con la morte del padre Giuseppe, il barone Luigi Compagna assunse la leadership delle aziende Compagna, tra le sue numerose innovazioni gestionali e produttive, ripensò al grande prestigio della Fiera di Pendino, caratterizzatasi con gli Ebrei come esposizione di alto artigianato di qualità, con articoli in legno intarsiato, oreficeria, rame e pelle. Da queste riflessioni scaturì l'incarico all'arch. Francesco Bartholini di redigere un progetto per la realizzazione del Palazzo delle Fiere, con spazi di vendita al piano terra e spazi per albergo, uffici ed alloggi ai piani superiori. Grazie alle intercessioni del cognato, autorevole esponente del Governo di Napoli, riuscì a superare l'opposizione dei sindaco Carlo M. de Gaudio e l'accusa di essersi appropriato di territori ricadenti nella zona demaniale marittima. Alla Schiavonea, i lavori del Palazzo delle Fiere iniziarono nel 1847 e furono completati nel 1852, con la realizzazione della principale Porta dì Corigliano, impreziosita con otto colonne doriche, e degli altri tre ingressi con la Porta del Mare ad est, la Porta di Rossano a sud e la Porta di Cassano a nord. II debutto avvenne con la Fiera dell'Ascensione del 1853 alla presenza del sindaco Gennaro Bomparola e con la partecipazione di numerosi artigiani calabresi e pugliesi. Il barone Luigi Compagna pensò anche alla realizzazione di un nuovo porto fluviale alla foce del Coriglianeto, al posto del modesto attracco in legno, e con questa idea realizzò, nella adiacenze dei Quadrato, le due Pile, con due grandi cisterne per la conservazione dell'olio, che dovevano essere collegate al piccolo porto con tubi in terracotta. Le due Pile furono costruite, ma il nuovo attracco rimase una idea soltanto affascinante, anzitutto dopo il 1861, quando, il barone Luigi, borbonico di spicco, fu emarginato e più volte accusato di essere colluso col brigantaggio locale. Il nuovo clima politico non incentivò l'ulteriore promozione dei Palazzo delle Fiere e specialmente della parte ricettiva alberghiera. Con la morte del barone Luigi e poi col trasferimento della famiglia Compagna a Napoli, il Quadrato perdette le proprie peculiarità. Strano, ma dopo oltre un secolo e mezzo, il barone Luigi Compagna rimane l'unico operatore economico con una visione globale dello sviluppo dei territorio. Eppure, nessuno ha pensato di intitolargli almeno una strada.

GIUSEPPE FRANZE’

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