Fonte: La Redazione

Il Tribunale di Castrovillari, in funzione di giudice per le indagini preliminari , in totale accoglimento della tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Giuseppe Vena, ha assolto, con la formula perché il fatto non sussiste, il trettottenne coriglianese P.F.P. dai reati di maltrattamenti in famiglia e stalking.

L’uomo era stato tratto a giudizio perché , secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero, durante il periodo di convivenza, maltrattava la compagna, sottoponendola a ripetuti atti di violenza fisica e psicologica. In particolare e tra l’altro , l’imputato non perdeva occasione di litigare e di aggredirla fisicamente per futili motivi nonchè nel corso di una discussione, prima colpiva con un pugno una porta della loro abitazione per poi sferrare una testata sul naso della vittima; atti reiterati e violenti che sono risultati collegati da un nesso di abitualità ed avvinti , nel loro svolgimento, dall’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità psicologica , morale e fisica della compagna , al punto da rendere particolarmente dolorosa ed impossibile la convivenza. Inoltre, dall’ufficio della Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari, venivano contestati all’uomo anche reiterati atteggiamenti persecutori e vessatori tali da ingenerare un costante stato di paura, determinando l’insorgere di un fondato timore per la propria incolumità; atti persecutori consistiti nel seguire la vittima in ogni suo spostamento, minacciandola telefonicamente, aggredendola verbalmente e fisicamente. Il pubblico ministero, atteso il corposo materiale probatorio emerso durante le indagini, faceva richiesta al giudice per le indagini preliminari di emettere il giudizio immediato essendo la prova schiacciante e supportata anche da alcune dichiarazioni testimoniali. L’avvocato Giuseppe Vena, in sede di udienza, chiedeva di definire il giudizio nelle forme del rito abbreviato condizionato alla produzione documentale ed in sede di arringa dava una lettura differente delle condotte addebitate al proprio assistito , facendo rilevare altresì che nelle more del processo , tra imputato e la persona offesa , vi era stata un’intesa a ricomporre la vicenda.

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