L’operazione partita dalla denuncia del Senatore Nicola Morra. In tutto ci sono 14 indagati; tra questi tre dirigenti comunali ed un imprenditore.

Il procuratore Spagnuolo “reati gravi, indagini complesse sull’attività amministrativa del Comune dal 2012 al 2015. Oltre 5.000 delibere sotto inchiesta con decine di appalti. Tra questi i canili comunali e le luminarie. Favori alle solite ditte amiche e scelte che avvenivano in modo sistematico con la compiacenza di alcuni dirigenti comunali che avevano rapporti “molto stretti” con alcuni imprenditori. Il tutto avveniva da diversi anni e senza il rispetto della proceduta prevista dalla legge in violazione del divieto di frazionamento. Gli imprenditori venivano scelti in modo diretto e favoriti rispetto ad altri senza rispettare la normativa vigente. Questo era possibile grazie allo spezzettamento sotto i 40.000 euro dei lavori dati in affidamento sempre alle solite imprese. In tutto sono 14 gli indagati, con i provvedimenti che riguardano anche tre dirigenti comunali che sarebbero Francesco Cucunato (responsabile dell’Ufficio Piano Sociale), Arturo Mario Bartucci (responsabile Ambiente e Ciclo rifiuti e referente del canile comunale) e Carlo Pecoraro (responsabile settore 8 Ambiente ed Edilizia Privata) e l’imprenditore Francesco Amendola, titolare della CMT, azienda che avrebbe fornito mezzi tra cui ruspe e camion al Comune per i lavori. Le misure interdittive vanno  dai tre ai sei mesi a vario titolo dalle loro attività per condotte ritenute gravemente indiziarie. Non vi sono politici coinvolti. L’operazione che ha interessato gli appalti del Comune di Cosenza, partita dalla denuncia del Senatore del movimento 5 Stelle Nicola Morra e seguita dalla Dottoressa Manzini. Al setaccio oltre 5.000 determine dirigenziali che hanno portato alla responsabilità dei singoli dirigenti che li avevano adottate e riguardano le annualità dal 2012 al 2015. Si parla di appalti che riguardano, tra gli altri, anche i canili comunali e quelli per le luminari dei periodi festivi. I nomi degli indagati al momento non sono stati diffusi. I reati contestati vanno dalla corruzione per atto d’ufficio all’abuso d’ufficio. L’importo complessivo contestato per i lavori affidati da parte del Comune di Cosenza ammonta a circa 2 milioni di euro. “E’ stato un lavoro assolutamente specialistico, portato avanti con estrema professionalità, con indagini importanti ed attente –  ha dichiaro il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, nel corso della conferenza stampa tenuta a seguito della doppia operazione che la Guardia di Finanza ha effettuato stamattina in città  La prima indagine è stata seguita dalla dottoressa Manzini e riguarda gli appalti del Comune di Cosenza – ha detto Spagnuolo – e sono vicende di cui ben sapete. Si tratta di indagini complesse e riguardano l’attività amministrativa portata avanti al Comune di Cosenza, attraverso lo studio di decine e centinaia di appalti e di contratti, che hanno portato ad un quadro unitario. La scelta della somma urgenza, assolutamente arbitraria, e lo spezzettamento di un singolo lavoro per eludere quanto imposto dalla legge – ha detto ancora Spagnuolo – e tutto è stato fatto senza l’aiuto di apporti testimoniali. L’altra indagine riguarda un contesto di criminalità economica, per la realizzazione di un centro commerciale a Rende – ha detto ancora Spagnuolo – e con mezzi sofisticati, tramite indebite percezioni di rimborsi Iva, sono stati conseguiti ingenti utili, e abbiamo avanzato domanda di fallimento, ottenendone già una, per diverse società”. “E’ stata svolta una attività di intercettazione telefonica e acquisizioni di atti, questi ultimi anche poco utili all’attività investigativa”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini. L’attività parte da un esposto fatto da un senatore della Repubblica – ha detto la Manzini – e siamo arrivati a scoprire che l’attività non era svolta in modo episodico ma sistematico, con dirigenti che avevano rapporti molto stretti con imprenditori che alla fine venivano favoriti”. Il senatore è Nicola Morra, del Movimento 5 Stelle. “Si tratta di imputazioni per falso e abuso d’ufficio – ha detto ancora la Manzini – per lavori dati in affidamento sempre alle solite imprese, grazie allo spezzettamento sotto i 40.000 euro”. ” Le indagini hanno evidenziato l’emissione di fatture false per operazioni che non esistevano –  Lo ha detto il Capitano Angelo Giammarini, comandante della Compagnia della guardia di finanza di Cosenza, in relazione all’operazione svolta oggi contro 4 società di capitali, alcune con sede a Roma, che operavano a Rende. Abbiamo trovato anche un contratto per la costruzione di un centro commerciale, ma chi doveva svolgere i lavori non aveva affatto la struttura per effettuare i lavori”, ha detto ancora il capitano. Le indagini si incrociano con quelle che hanno riguardato una società’ collegata a Mimmo Barile, ex Consigliere regionale, oggetto di una specifica ordinanza nelle scorse settimane.

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