Fonte: Gazzetta del Sud

di Anna Russo

Arrestato dai carabinieri del reparto territoriale di Corigliano Rossano Fabio Barilari, 49 anni, coriglianese con una serie di precedenti giudiziari, noto per essere stato coinvolto e condannato nell'ambito dell'operazione Santa Tecla.

L'accusa è di estorsione ai danni di un commerciante di piazzetta Portofino, cuore pulsante della movida della marina di Schiavonea. Con lui è stato fermato anche il suo presunto complice, Giorgio Arturi, 38 anni,originario di località Fabrizio, anche lui volto noto negli ambienti giudiziari,con alle spalle episodi di spaccio di sostanze stupefacenti e furto. Ad entrambi nella giornata di ieri è stato notificato un fermo indiziato di delitto da parte dei carabinieri del reparto territoriale di Corigliano Rossano, agli ordini del tenente colonnello Raffaele Giovinazzo,emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari diretta dal dott. Alessandro D'Alessio. I fatti riguardano un episodio di estorsione in danno al titolare di una rosticceria ubicata proprio in piazza Portofino . I movimenti di Barilari e Arturi,puntualmente monitorati dai militari,hanno destato più di un sospetto nei loro giri nella piazza principale della marina, mescolati tra turisti e gente del posto. Sospetti che sono stati approfonditi per poi giungere alla emissione del fermo da parte della Procura del Pollino. Fabio Barilari,come detto,non è nuovo alle cronache giudiziarie. Fratello del più noto Maurizio,è balzato agli onori della cronaca dopo essere stato arrestato, proprio assieme al fratello, nell'ambito di uno dei tronconi principali dell'operazione Santa Tecla, con l'accusa, tra gli altri capi di imputazione,di associazione mafiosa e estorsione. Entrambi i fratelli erano stati condannati in via definitiva,con sentenza della Cassazione risalente al 2015, rispettivamente a 19 anni e 6 mesi per Maurizio Barilari, mentre per Fabio Barilari era stata confermata dagli "ermellini" la pena a 12 anni di reclusione. Parliamo di personaggi di spicco della presunta locale coriglianese, tanto che per gli inquirenti all'epoca Maurizio Barilari, in pratica, sarebbe stato il soggetto che incassava il pizzo imposto agli operatori economici sul territorio di Corigliano e teneva i rapporti con il clan degli zingari di Cassano Jonio guidato da Franco Abbruzzese meglio conosciuto come "Dentuzzo". Per altro Maurizio Barilari,attualmente detenuto in regime di 41-bis, deve scontare anche la pena a 28 anni,nell'ambito del maxiprocesso  'Timpone Rosso",poiché ha preso parte a ben tre omicidi che si sono consumati nella Sibaritide. Fabio Barilari era uscito di carcere di recente,circa un anno e mezzo fa,e stando all'arresto di questi giorni, sembra essere ritornato in città con l'intenzione di tornare "su piazza", per riprendere i vecchi affari e l'egemonia di un territorio alle prese negli ultimi tempi con la ricerca dei nuovi leader e reggenti dei gruppi locali. Nei prossimi giorni i due arrestati compariranno dinanzi al Gip del Tribunale di Castrovillari.

 

 

 

 

 

 

 

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