Badante da carnefice a vittima. Si è conclusa con un provvedimento di archiviazione previa declaratoria di inammissibilità dell’opposizione, la vicenda che ha visto indagata la 45enne G.M. residente nell’area urbana di Corigliano, accusata di minacce e falsa testimonianza.
Secondo l’accusa la donna, difesa dagli avvocati penalisti Provino Meles e Raffaele Meles del Foro di Castrovillari, nel 2016 – quando era stata assunta come badante da un anziano residente a Cassano – avrebbe approfittato dell’età avanzata dell’uomo (quasi novantenne) che era chiamato ad accudire minanccuiandolo più volte, costringendolo a vivere in uno stato di costante paura. Sempre secondo l’accusa, l’anziano, dopo aver chiesto aiuto ai figli che vivono fuori regione e supportato da loro, ha denunciato la vicenda agli inquirenti. Stando ai racconti dell’uomo, la donna più volte in preda a forti crisi di nervi dovuti all’abuso di alcol, lo avrebbe minacciato anche con l’uso di oggetti contundenti, passando in alcune occasioni alle vie di fatto, percuotendolo fino a provocargli evidenti ematomi in tutte le parti del corpo. Tale situazione avrebbe costretto l’anziano a vivere in uno stato di costante timore fino ad arrivare al punto di dormire in camera chiuso a chiave per paura di essere aggredito dalla donna. Alla querela sporta dall’uomo si sono poi aggiunge anche quella dei figli che hanno accusato la donna sia di avere costantemente minacciato e percosso il genitore, sia di avere testimoniato il falso davanti le autorità intervenute a seguito dell’allontanamento della donna dall’abitazione dell’uomo. Dopo il deposito delle denunce-querele, la Procura della Repubblica di Castrovillari che ha coordinato le indagini e, non ravvisando elementi utili per la prosecuzione, ne ha chiesto l’archiviazione. A tale richiesta la parte offesa ha presentato opposizione discussa davanti al Gip in contraddittorio con la difesa dell’indagata. Proprio in questa tale sede, è emersa una nuova ricostruzione della vicenda. Nella lunga esposizione dei fatti, il legale della donna non solo ha avanzato la richiesta di inammissibilità della domanda di opposizione, ma ha portato alla luce come fosse stato proprio l’anziano a vessare l’indagata chiedendo continuamente a quest’ultima rapporti sessuali in cambio di una regolare assunzione. Spinta dallo stato di bisogno la donna avrebbe accosentito a tali richieste concedendosi sessualmente, assumendo prima dei rapporti, su richiesta dell’anziano, alcol e calmanti. Quando poi le richieste sono diventate più insistenti, la donna in preda alla disperazione ha deciso di denunciare il tutto e in seguito a tale denuncia sarebbero poi scaturite, secondo quanto narrato dalla difesa dell’indagata, quelle dell’anziano e dei figli. Una tesi considerata valida dal gip che, in totale accoglimento delle richieste dell’avvocato Meles, previa declaratoria di inammissibilità della opposizione proposta dalla persona offesa, ha disposto l’archiviazione con contestuale restituzione degli atti al Pubblico Ministero.