Segnalazione d’allerta per una rapina sulla statale 106. Un ragazzo telefona per essere soccorso. Dice di essere stato derubato del denaro che avrebbe dovuto consegnare al suo titolare.

E’ sabato sera quando il personale della Squadra Volanti del Commissariato di Rossano, diretto dal Commissario Capo Giuseppe Massaro interviene sul posto. All’interno di un furgone gli agenti trovano un ventottenne, T.P., legato mani e piedi. Lamenta di aver subito una rapina ad opera di ignoti, ma non è abbastanza convincente. Racconta che al ritorno da Crotone mentre percorreva la statale 106 alla guida del furgone della ditta per cui ritira gli incassi di slot machine all’altezza di Rossano era stato affiancato e bloccato da un’auto con tre persone a bordo. I tre dopo averlo strattonato ed immobilizzato con delle spesse fascette utilizzate dagli elettricisti, avrebbero asportato la borsa contenente gli incassi per poi dileguarsi. Il fatto che il giovane incensurato non avesse riportato segni di colluttazione e le particolari condizioni psicofisiche in cui era stato trovato T.P. hanno insospettito il personale della Polizia di Stato. Particolari poco chiari, sensazioni, orari non proprio coincidenti, da subito hanno portato gli inquirenti ad effettuare ulteriori e più approfonditi accertamenti. Ieri T.P., convocato presso gli uffici del Commissariato di Rossano per dare corso alle indagini, messo davanti ad alcune inconfutabili contraddizioni, ha deciso di confessare ammettendo le proprie responsabilità. Agli agenti il ragazzo ha dichiarato che la rapina denunciata da era frutto della sua fantasia. Gli incassi riscossi, pari a circa 2.400 euro, che erano nella sua disponibilità e che avrebbe dovuto versare al datore di lavoro con il quale collabora da oltre un anno, li ha spesi per giocare alle slot machine di vari bar e sale giochi che aveva incontrato tornando da Crotone. Dopo essersi reso conto di aver speso tutto l’incasso e non sapendo come giustificarsi, ha simulato la rapina. Espletate le formalità di rito T.P. è stato denunciato per simulazione di reato e procurato allarme.

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