Fonte: La Redazione
Furto aggravato nei parcheggi del centro commerciale I Portali di Corigliano-Rossano. Il Tribunale di Castrovillari sezione penale, in funzione di giudice monocratico, in pieno accoglimento della tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Giuseppe Vena, ha liberato da ogni accusa il cinquantenne pluripregiudicato Berardi Carmine di Corigliano-Rossano dall’accusa di furto aggravato.
Il Pubblico Ministero contestava anche la circostanza aggravante di aver commesso il fatto su cose esposte per necessita’ e consuetudine alla pubblica fede. L’uomo era stato denunciato, a piede libero, presso la locale Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari perché , secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero, in data 4.8.2021 presso i parcheggi del centro commerciale , dopo aver forzato lo sportello anteriore sinistro di un autoveicolo appartenente ad una nota società di distribuzione di bevande, ed in quell’occasione in uso ad un dipendente della ditta, si impossessava delle cose mobili altrui custodite all’interno dell’abitacolo del veicolo tra cui un computer di ultima generazione ed un marsupio. Ad assistere all’intera scena vi era una donna , testimone oculare, che provvedeva ad informare l’addetto alla sicurezza ed il guidatore dell’auto scassinata a cui forniva la targa del veicolo da cui aveva visto scendere due uomini che dopo il furto si erano dati a precipitosa fuga. Il dipendente della società di distribuzione, quindi, provvedeva a sporgere denuncia querela e le Forze dell’Ordine provvedevano ad avviare le indagini. La merce trafugata , nei giorni a seguire, venne recuperata poiché rinvenuta nelle adiacenze della recinzione, nella parte interna, della caserma dei Carabinieri di Corigliano Scalo e quindi restituita al legittimo proprietario. All’udienza dibattimentale il dipendente provvedeva ad operare la remissione di querela per i beni di sua proprietà così l’avvocato Giuseppe Vena, in sede di arringa difensiva, spiegava al Giudice che non si poteva procedere a processare ne a condannare il proprio assistito poiché vi era agli atti un vizio processuale ossia la querela era stata sporta unicamente dal dipendente ma la gran parte dei restanti beni rubati appartenevano alla società che non aveva provveduto, a mezzo del proprio amministratore delegato, per come impone la legge a denunciare il caso. Inoltre, agli atti processuali vi era anche una prova dubbiosa atteso che la donna testimone oculare era rimasta ignota ed il vigilante non aveva assistito alla scena e le telecamere del centro commerciale non avevano filmato nulla poiché non coprivano l’area di interesse investigativo. Il Giudice a seguito dello scioglimento della camera di consiglio dava pubblica lettura del dispositivo ove dichiarava il non doversi procedere e liberava l’uomo da ogni accusa.