Fonte: Comunicato stampa

Esasperazione, ma non rassegnazione, anche se la rabbia monta giorno dopo giorno. È questo il clima che si respira nel piccolo centro di etnia arbereshe dell’entroterra cosentino, San Giorgio Albanese.

La popolazione non riesce proprio a darsi pace perché da più di un mese in paese (dove esiste la “differenziata”) non viene raccolto l’umido.  I cittadini di fronte a questo evidente stato di disagio non sa più cosa fare. Le sere di lunedì, giovedì e sabato i cittadini sangiorgesi lasciano le buste piene davanti alle proprie abitazioni e puntualmente il giorno dopo nessuno passa per la raccolta. Trattandosi prevalentemente di “umido”, ovvero di rimanenze di pasti e scarti alimentari, già il giorno dopo la mancata raccolta, i contenitori iniziano a puzzare e tenerli in casa diventa impossibile. «Chi ha un appezzamento di terra ­­­­- dice un anziano pensionato -  va in campagna con la zappa, scava una fossa e mette dentro la spazzatura, ma io e mia moglie che non abbiano né un’auto né un terreno agricolo, come facciamo?». La cittadinanza sangiorgese è ancora più esasperata e arrabbiata anche perché nei paesi vicini (Vaccarizzo, San Cosmo, San Demetrio, e anche Corigliano-Rossano) il servizio di raccolta rifiuti funziona. Magari qualche giorno può saltare, ma uno stop di oltre un mese non esiste da nessuna parte. E non si riesce a capire nemmeno perché a San Giorgio, e solo a San Giorgio, non si raccoglie la spazzatura. Il caso è diventato un vero e proprio giallo: chi si rivolge ai responsabili del servizio viene dirottato al comune e i cittadini che chiedono spiegazioni al comune gli viene risposto di rivolgersi alla società che detiene il servizio. Di fronte a questo rimpallo di responsabilità c’è anche chi, e sono per la verità in molti, usa una soluzione diciamo pratica e veloce: dalle auto in corsa, abbassano il vetro dello sportello e buttano (sia sulla provinciale San Giorgio-bivio 106 e sia sulla strada per Vaccarizzo) le buste piene di spazzatura che di notte vengono sventrate da branchi di cinghiali affamati in cerca di cibo. Oltre al danno c’è pure la beffa: i cittadini, infatti, non sanno ancora quando il servizio sarà ripristinato ma dovranno certamente pagare la tassa sui rifiuti anche in queste diverse settimane in cui non hanno usufruito del servizio.

 

Crediti