Su 17 infermieri, 7 sono in malattia. Si ritrovano a dover coprire turni anche da 18 ore con una sezione di Osservazione Breve Intensiva dove, a causa della carenza di posti letto dei presidi ospedalieri presenti sul territorio, stazionano in media 15/20 pazienti al giorno.
«Con questi ritmi il personale è stremato, si ammala, c’è chi ormai ha la schiena a pezzi – spiega un operatore del Pronto Soccorso in sofferenza – non credo sia legale la modalità in cui lavoriamo. I turni in sanità devono prevedere 11 ore di riposo per ogni giornata di lavoro, come stabilisce la Legge 161/2014. Dovrebbero essere sempre presenti 4 infermieri, invece in questi giorni sono appena in due. La direzione sanitaria non prende provvedimenti eppure siamo in questa situazione da anni». A chiarire cosa stia succedendo tra i corridoi della medicina d’urgenza rossanese è il responsabile dell’unità operativa Pronto Soccorso spoke Corigliano Rossano Natale Straface. «Stiamo cercando soluzioni. È un fenomeno contingente – spiega Straface – dato dall’epidemia influenzale. Martedì dovrebbe tornare tutto alla normalità. Chiediamo dei sacrifici per venire incontro ai pazienti. Spostiamo l’attenzione sul malato, operiamo in un territorio dove l’assistenza domiciliare è assente e non esistono servizi per gli anziani. Le risorse sono limitate, ma nessuno è costretto ad accettare straordinari. Chi è stanco e non vuole lavorare in Pronto Soccorso (dove si guadagna di più proprio grazie agli straordinari) basta che me lo dica e lo sposto in un altro reparto, facciamo una rotazione. Non posso chiudere le porte ai cittadini che hanno bisogno di cure».