di Giacinto De Pasquale

“Amo pensare al mio bar come a una grande casa; casa mia ma soprattutto la casa di tutti, di chiunque apra la porta a vetri spingendo la maniglia.

Una casa per cinque, dieci minuti, il tempo di un caffè, di un dolce, di una chiacchiera con un amico che non vedi da tempo. Ci sono giorni in cui il mio bar mi sembra più casa di sempre, una di quelle cose che ti rendono misteriosamente orgoglioso, dico misteriosamente perché a volte capita di prenderti meriti che magari non hai”.

Erano gli inizi degli anni novanta del secolo scorso, quando incontrai il caro amico Salvatore Turano nel suo “Snack Bar Torino” di via Nazionale allo Scalo di Corigliano. Salvatore era un galantuomo, un professionista serio, amante del proprio lavoro: quello di barman. Lavoro che Salvatore svolgeva quotidianamente con amore e passione. Al suo fianco c’era sempre la cara moglie, Adele Di Vincenzo, pronta ad assecondarlo con altrettanta passione in quel lavoro che certamente non era facile.

Oggi ricordo con dolore e commozione il caro Salvatore perché da ieri non è più tra noi. A 87 anni, dopo una vita di sacrifici e sempre vissuta a testa alta e schiena dritta ha raggiunto la casa del Padre. Dal 1982 e fino al 1997 Salvatore ha gestito lo “Snack Bar Torino”. Lui che prima e per 20 anni si era forgiato nei bar di Torino, ad un certo punto aveva deciso di tornare nella “sua” Corigliano, anche se era originario di San Nicola dell’Alto in provincia di Crotone. La sua esperienza ventennale piemontese era ben visibile quando entravi in contatto con lui. Già il saluto quando entravi nel suo locale era diverso rispetto a tanti suoi colleghi.

Per me è stato un onore averlo conosciuto e aver avuto la possibilità di dialogare con lui. Persona mai sopra le righe era culturalmente preparato, e non poche volte ci siamo trovati a discutere su varie questioni. La sua formazione culturale lo ha visto tra i protagonisti del progetto “nonno vigile”. Era da tempo che non lo vedevo, ma ricordo perfettamente il nostro ultimo incontro. Come sempre sorridente e cordiale, mi confidava di essere deluso delle vicende politiche cittadine “ma dobbiamo farcene una ragione – diceva – bisogna andare avanti. Dobbiamo avere fiducia nel domani, perché ci dovranno essere dei cambiamenti in positivo”. Grazie Salvatore per la tua lezione di vita sia umana che professionale. Il tuo ricordo lo serberò per sempre nel mio cuore, perché tu sei stata una bella persona.  

 

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