Cristian Fiorentino

E’ stato presentato nei giorni scorsi il nuovo complesso parrocchiale Giovanni XXIII.

Realtà che sta nascendo, allo scalo coriglianese, in contrada San Francesco d’Assisi e che ha visto diverse personalità e tecnici illustrare l’opera. Iniziativa promossa dai parroci don Tonino Longobucco e don Stefano Aita per esibire quella che sarà la nuova articolata chiesa e tutti i suoi ambienti. Evidenziati anche altri fattori alla presenza di diversi parrocchiani e dove non poteva mancare il Vescovo Monsignor Giuseppe Satriano. Arcivescovo della diocesi di Cariati- Rossano che ha posto l’accento su come far partecipi tutti del neo nascente edificio sacro. In tale verso si pensato alla raccolta fondi e al ruolo fondamentale delle famiglie. Il riferimento è andato al più classico metodo già adottato dalle generazioni passate, ma sempre attuale e se si vuole anche educativo, e all’utilizzo del salvadanaio. “Carosello” dove mettere da parte, pochi spiccioli quotidiani, per poi ritrovarsi, dopo un periodo con una buona somma da destinare alla causa. Per questo si è pensato di realizzare dei salvadanai in latta da distribuire alle famiglie che con la stessa metodologia, da qui fino al periodo d’Avvento del 2018, daranno il proprio contributo all’edificazione della nuova Chiesa. Monsignor Satriano si è anche soffermato sull’importanza dei laici chiamati con la propria intelligenza a piccoli e semplici gesti che aiutano ad andare avanti spediti. Ricalcato anche il sogno avviato dallo stesso don Vincenzo Longo e dalla comunità e che oggi prosegue con la presenza di don Tonino e don Stefano col desiderio di raggiungere la meta con gli sforzi di tutti all’unisono. Agli stessi parroci reggenti il compito di amplificare il discorso e dare vita ad un comitato ad hoc. Don Nando Ciliberti, ufficio beni culturali- edilizia del culto, ha spiegato, invece, le procedure per la realizzazione di una nuova chiesa passando in rassegna vari aspetti come i fondi dell’8 x 1000, l’economato della diocesi e l’osservatorio urbanistico. Realizzazione del complesso in questione partito nel 2010 e affidato a giovani professionisti del luogo. Non mancano le difficoltà in corso d’opera ma lo stesso don Nando ha sintetizzato il tutto con il versetto del salmo che recita: “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori … ”. Per i tecnici l’architetto Antonio Aprelino ha mostrato il progetto che consta di un complesso parrocchiale che comprende oltre alla chiesa anche una casa canonica e i locali per le attività tra cui la sala pastorale e quindici aule didattiche per la catechesi e non solo. Ideazione  multiforme che si offre alla città come struttura aperta e priva di recinsione. Visionate alcune  foto a partire dalla posa della prima pietra. I ringraziamenti a margine sono toccati a don Tonino Longobucco che insieme a Don Stefano Aita e alla comunità proseguirà il percorso  di fede e esecuzione del rilevante prospetto. Intanto, è partita la consegna dei salvadanai che continuerà in queste settimana e per chi volesse contribuire si potrà ritirare il salvadanaio nei locali della parrocchia attuale San Giovanni XXIII.

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